Simone Borgese, accusato di aver tratto in inganno con la scusa di chiedere informazioni stradali una ragazza per poi stuprarla in macchina, è ai domiciliari su decisione del Gip. E’ polemica.


Accusato di aver stuprato una ragazza l’8 maggio scorso e condannato già in passato sempre per stupro per aver violentato una tassista l’8 maggio del 2015, attualmente Simone Borgese si trova ai domiciliari senza braccialetto elettronico, a casa della compagna.

Nonostante la procura avesse chiesto la custodia cautelare in carcere, il Giudice per le indagini preliminari ha optato per i domiciliari in quanto, si legge nell’atto che li ha disposti, la misura “appare idonea a soddisfare le esigenze cautelari”. La compagna dell’uomo ha acconsentito ad accoglierlo e per questo motivo l’uomo ha evitato il carcere e sta attenendo il processo a casa. La procura ha fatto ricorso, contestando la decisione del Gip. Per l’accusa, infatti, l’uomo, sarebbe molto pericoloso e i domiciliari potrebbero non essere una misura sufficiente per lui.

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Simone Borgese era già stato condannato per aver violentato una tassista l’8 maggio del 2015. Durante le indagini, era stato riconosciuto da una diciasettenne che l’ha denunciato per una violenza sessuale avvenuta l’anno prima in un ascensore. Scontati sei anni in carcere per le due violenze sessuali, è stato rilasciato nel 2021.

Gli inquirenti stanno proseguendo le indagini: Borgese infatti potrebbe aver commesso altri stupri oltre ai tre denunciati dalle vittime. Non è quindi escluso che l’uomo abbia violentato altre donne da quando è uscito dal carcere e per questo adesso gli investigatori incroceranno il suo dna con quello di stupri per i quali non è stato ancora individuato il responsabile.

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