C’e’ poco da fare. Da un lato c’è chi vuole la Rivoluzione dei Moderati (Samorì), dall’altro chi sogna una Rinascita (Sgarbi), ma senza il benestare di Silvio non si va da nessuna parte. E quindi perché organizzare rivoluzioni  e vagheggiare rinascite, quando semplicemente ci si può accordare?

Trovando un punto di incontro si fa prima, costa meno soldi e fatica. Inoltre, diciamocelo, Silvio è simpatico, immediato, di comprovata eccezionale intelligenza e coraggio, è spinto da sincero entusiasmo, ha pure costretto i suoi peggiori detrattori del passato a ripensarlo! Tira il centrodestra dal tracollo mediatico a cifre da capogiro in poco meno di un mese. Perché avanzare col nuovo, quando l’usato è sicuro e garantito?

E quindi all’aria le velleità di prendersi il Paese e si passa in Forza Italia, con buona pace di chi nella rivoluzione (elettorale s’intenda) ci aveva creduto, aveva investito e voleva, finche, andare a votare.

La recente esperienza Siciliana insegna. Il gioco è semplice, il resto lo fanno i media. Si propone una candidatura rumorosa, quasi fastidiosa. La si fa girare con qualche frase ad effetto e tra una “capra” ed un “culattone raccomandato” meglio ritirare la candidatura a Presidente della Regione Sicilia ( o premier mutatis mutandis) ed il posto da assessore (o ministro mutatis mutandis) è a portata di mano.

Insomma i rumors sono questi. Non ci sono smentite o conferme. Sta di fatto che il silenzio dell’una e dell’altra parte di fatto lasciano ipotizzare che il Rinascimento Miriano di Sgarbi e Samorì difficilmente avrà futuro autonomo, ma con molta probabilità (Sicilia Docet) si farà un passo indietro per farne un altro nelle liste del Centro destra di Berlusconi.