I miliziani dell’Isis hanno bruciato vive, in mezzo ad una piazza di Mosul (Iraq), 19 ragazze curde che si erano rifiutate di divenire schiave sessuali dei combattenti jihadisti. A riferirlo è l’agenzia di notizie Ara (Kurdish News Agency), ripresa dai media iraniani.

Le giovani donne, chiuse in gabbie di ferro, sono state portate in una piazza della roccaforte irachena del Califfato nero, e date alle fiamme, davanti a centinaia di presenti. “Nessuno ha potuto fare niente per salvarle”, ha detto un testimone all’Ara.

“Un orrore chemai avremmo immaginato, un’altra pagina terribile di questo secolo”, afferma Barbara Pollastrini del Pd. “E’ la fatica a liberarsi del ‘male’ che, ancora una volta, colpisce donne che hanno detto no a schiavitù e violenza. I drappi rossi alle finestre – prosegue l’ex ministra per le Pari opportunità – devono portare il segno del lutto, perchè terrorismo e guerre ricacciano il mondo alla ferocia contro l’umanità”, conclude.

“L’Isis sta imponendo al mondo intero una serie di orrori senza fine a cui ogni istituzione, nazionale e internazionale, che creda nella libertà ha il dovere di opporsi. Guai a smettere di provare orrore per crimini così efferati, guai a pensare che nulla si possa fare per cambiare la situazione, guai ad abituarsi alla violenza più cieca. Questa barbarie deve finire perché la tutela della vita e dei diritti umani non possono avere confini geografici”, dichiara la deputata di Forza Italia Elena Centemero, presidente della Commissione Equality and non Discrimination del Consiglio d’Europa.

ANSA