Carlo Fuortes, amministratore delegato della Rai, ha rassegnato le dimissioni informando l’azionista di maggioranza, il ministero dell’Economia e delle Finanze. Ecco i motivi della sua rinuncia, spiegati in una lettera. “Non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro”, ha spiegato.

Non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato. Nell’interesse dell’azienda ho comunicato le mie dimissioni al ministro dell’Economia e delle Finanze“. Si conclude così la lettera che accompagna le dimissioni che Carlo Fuortes ha inviato al Mef, azionista di maggioranza della Radiotelevisione italiana.

“Scontro politico che contribuisce a indebolire la Rai”

“Dall’inizio del 2023 sulla carica da me ricoperta e sulla mia persona – scrive Fuortes, nominato dall’allora presidente del Consiglio Mario Draghi nel 2021- si è aperto uno scontro politico che contribuisce a indebolire la Rai e il servizio pubblico. Allo stesso tempo ho registrato all’interno del Consiglio di amministrazione della Rai il venir meno dell’atteggiamento costruttivo che lo aveva caratterizzato, indispensabile alla gestione della prima azienda culturale italiana”. Secondo l’ex soprintendente del Teatro dell’Opera di Roma, “ciò minaccia di fatto di paralizzarla, non mettendola in grado di rispondere agli obblighi e alle scadenze della programmazione aziendale con il rischio di rendere impossibile affrontare le grandi sfide del futuro della Rai”.

“Non posso accettare il compromesso di condividere legittimi cambiamenti di linea editoriale”

Tra le scadenze ci sono i programmi dei nuovi palinsesti che devono essere deliberati dal Consiglio di amministrazione nelle prossime settimane. “Non ci sono più le condizioni per proseguire nel progetto editoriale di rinnovamento che avevamo intrapreso nel 2021. Non posso, pur di arrivare all’approvazione in CdA dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti sebbene ovviamente legittimi – di linea editoriale e una programmazione che non considero nell’interesse della Rai“, scrive ancora Fuortes.

“Il mio futuro professionale non può costituire oggetto di trattativa”

“Ho sempre ritenuto la libertà delle scelte e dell’operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell’etica di un’azienda pubblica“, scrive ancora l’amministratore delegato. Con una punta di veleno in coda: “Il mio futuro professionale – di cui si è molto discusso sui giornali in questi giorni, non sempre a proposito – è di nessuna importanza di fronte a queste ragioni e non può costituire oggetto di trattativa”

La norma del governo

Fuortes fa un velato riferimento al dibattito politico degli ultimi giorni. Una norma approvata dall’ultimo Consiglio dei ministri relativa alle fondazioni lirico-sinfoniche vieta “di ricevere incarichi, cariche e collaborazioni” per chi ha compiuto 70 anni. Prevede anche che “il sovrintendente delle medesime fondazioni cessi in ogni caso dalla carica ai 70 anni di età”. Inoltre, precisa che “i sovrintendenti attualmente in carica, che hanno compiuto i 70 anni di età alla data di entrata in vigore del decreto, cessino l’incarico a decorrere dal 10 giugno“. Stéphane Lissner, sovrintendente del teatro San Carlo di Napoli, ha compiuto 70 anni lo scorso 23 gennaio. Secondo le ricostruzioni dei giornali, nelle intenzioni del governo avrebbe dovuto lasciare la carica proprio a Fuortes, liberando così la poltrona di amministratore delegato della Rai.

Le reazioni

Salvini: “Una libera scelta”

“Sua libera scelta”. Così il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha commentato le dimissioni dell’amministratore delegato della Rai. “Il servizio pubblico ha ampi margini di miglioramento e ha tante professionalità non sempre utilizzate al meglio che possono garantire questo miglioramento”, ha aggiunto il leader leghista da Pierantonio, in provincia di Perugia. “Come Lega, sul modello di quello avviene in altri Paesi europei, abbiamo depositato un’iniziativa di legge che prevede, entro la fine di questa legislatura, il fatto che la televisione pubblica non sia più a carico dei cittadini perché negli altri Paesi europei i canali pubblici si sostengono senza gravare sui cittadini”, ha spiegato ancora Salvini. 

Gasparri: “Ora una stagione di rilancio”

Fuortes ha fatto bene a fare un passo indietro. C’è da augurarsi che la Rai apra una nuova stagione di rilancio industriale e di pluralismo culturale”, dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri componente della Commissione di Vigilanza Rai. 

Fratoianni: “La destra vuole controllare il servizio pubblico”

“Dopo l’occupazione delle aziende pubbliche e degli apparati dello Stato, oggi una nuova tessera del puzzle della destra: con le dimissioni di Fuortes cominciano le danze per il controllo totale del servizio pubblico radiotv. Altro che professionalità, pluralismo, competenze, quello che interessa è veicolare un messaggio univoco: quello del governo e della sua maggioranza“. Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi-Sinistra.

“Si parla di informazione e quindi – prosegue il leader di SI – è questione di libertà e di democrazia. Mi rivolgo innanzitutto a Conte e Schlein: è necessaria una risposta forte e decisa delle opposizioni. Opposizioni che su questo punto – conclude Fratoianni – devono essere unite: serve un’iniziativa comune in parlamento e fuori, nel Paese, per salvaguardare un bene comune cosi prezioso e delicato“.

Avs: “In atto golpe per controllare la Rai”

“Con le dimissioni di Fuortes la maggioranza si appresta, con un vero e proprio golpe, a occupare la più grande azienda culturale del Paese. Occupazione che è già in corso visto che stiamo continuando ad assistere a uno strapotere del governo, con tentativi di eliminare trasmissioni che vengono considerate ‘scomode’ solo perché fanno dell’ottimo giornalismo. Senza parlare dei dati dell’Osservatorio di Pavia che nell’ultima settimana sono chiarissimi: il 73,2% degli spazi destinati a governo e istituzionali che, sommati al 12,1% dei partiti della maggioranza, fanno 85,3% di occupazione spazi dei Tg”. Lo affermano i parlamentari dell’Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli e Peppe De Cristofaro, componenti della Vigilanza Rai

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