Dalle foto in posa, durante il pic-nic domenicale in bicicletta con marito e figlio, alla blindatura totale delle immagini, con tanto di scorta che blocca i curiosi. Nei giorni più difficili del suo breve mandato, il sindaco Virginia Raggi diventa allergica ai fotografi soprattutto quando va a fare la spesa con l’auto di servizio.


Ieri pomeriggio, proprio davanti ad un supermercato Conad il suo caposcorta ha prima chiesto i documenti al fotografo del nostro giornale e poi lo ha invitato ad allontanarsi, fino a chiedere l’intervento di una volante della Polizia per evitare foto. Tutela eccessiva della privacy o cambio di strategia sulla «trasparenza»?

L’andare in giro senza protezione è sempre stato il vanto del M5s sin dagli albori e ad ogni occasione è stato rivendicato come simbolo ‘anti casta’. Ultimo in ordine di tempo è Alessandro di Battista che nel corso del suo tour estivo per «difendere» la Costituzione non ha perso occasione per postare sui suoi account foto in sella al suo scooter circondato solo da altri ‘centauri’ e facendo dello slogan «la mia scorta sono i cittadini» un vero e proprio mantra. Parole in linea con quanto disse Beppe Grillo qualche anno fa «i politici non devono girare con la scorta. Di cosa hanno paura?».

Ora che a finire nel mirino è la prima cittadina di Roma l’imbarazzo è evidente e non è un caso che il Movimento Cinque Stelle si sia trincerato dietro il silenzio. Ci pensa però il Campidoglio a spiegare che la sindaca Raggi non ha la cosiddetta «scorta», ma un servizio di tutela disposto dalla questura di Roma. Una protezione, è stato fatto sapere, dovuta al fatto che la sindaca è stata più volte pedinata, di giorno e di notte, nei suoi spostamenti privati. Episodi che, per scelta e tutela della propria privacy, non ha voluto rendere pubblici.

La prima cittadina, però, è solo l’ultima in ordine di tempi ad essere ‘crocifissa’. Nel 2012 a finire nella bufera fu Anna Finocchiaro allora capogruppo del Pd al Senato che venne immortalata all’uscita dell’Ikea con la sua scorta. Quelle immagini vennero criticate anche dall’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi. Mentre nel 2007 Gustavo Selva fu costretto a dimettersi da senatore in seguito allo scandalo, venuto fuori per sua stessa ammissione, di aver usato un’ambulanza per raggiungere degli studi televisivi in modo poter superare i posti di blocco disseminati nella Capitale per la visita dell’allora presidente americano George Bush. (Il Messaggero)