La presidente Meloni ha annunciato alcune novità contenute nella legge di Bilancio varata dal Consiglio dei ministri. Tra queste la riforma dell’assegno unico universale, che potrebbe essere interessato da alcune modifiche sul fronte degli importi. Si attende ora il passaggio in parlamento per la forma definitiva.

“L’assegno unico viene aumentato del 50% per tutti per il primo anno di vita del bambino e per tre anni per quelle famiglie che hanno tre o più figli”. Con queste parole la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato in conferenza stampa una importante novità per quel che concerne il sostegno economico. La misura rientra tra quelle prese dal governo con la Legge di Bilancio per l’anno finanziario 2023 licenziata dal Consiglio dei ministri di lunedì sera. Per la misura sono stati stanziati 610 milioni di euro. Il testo approvato in Cdm dovrà ora superare la prova in parlamento e Camera e Senato potranno, infatti, apportare ulteriori modifiche.

Cos’è l’assegno unico

L’Assegno unico e universale è un sostegno economico erogato dallo Stato alle famiglie con figli minorenni a carico dal settimo mese di gravidanza ai 21 anni se studenti o senza un lavoro, oltre che figli disabili, in questo caso senza limiti di età. Come per tutti i sussidi economici, anche l’importo dell’assegno unico varia al variare della condizione economica della famiglia che riceve il bonus sulla base della documentazione Isee. Si tratta di una misura che intende sostenere la genitorialità e la natalità nel nostro Paese e viene definito universale perché viene corrisposto a tutte le famiglie con figli a carico anche in assenza di certificazione Isee o con un importo dell’indicatore superiore alla soglia dei 40 mila euro. La somma viene corrisposta alle famiglie attraverso un bonifico bancario direttamente dall’Inps.

Assegno unico: addio Isee?

Nei giorni scorsi, in un’intervista al Sole24Ore, la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, aveva annunciato la riforma dell’assegno unico nell’ottica di premiare i nuclei familiari più numerosi “che in generale fino a oggi sono stati maltrattati dal Fisco”. La ministra ha fatto intendere che il problema nell’erogazione dei sussidi sarebbe causato dal meccanismo alla base dell’assegno, ovvero l’Isee come indicatore. Roccella ha anche indicato che è atteso per il 29 novembre l’Osservatorio per l’assegno unico, data in cui sarà fatta maggiore luce sulla misura di sostegno.

Il quoziente familiare

Potrebbe essere il “quoziente familiare” il nuovo indicatore che va a sostituire l’Isee. Si tratta di uno strumento che non terrà conto solo del reddito complessivo di un nucleo familiare, ma soprattutto dei componenti e della eventuale presenza di soggetti con disabilità. L’applicazione dell’aliquota del quoziente familiare è data dal rapporto tra la somma dei redditi dei coniugi, divisa per i componenti del nucleo familiare. Il nuovo indicatore ha già fatto capolino nell’ambito del Superbonus e, in particolar modo, nel Decreto Aiuti quater.

Domanda per l’assegno e importo

Allo stato attuale, la domanda per l’Auu, che è annuale, viene presentata a partire dal 1° gennaio da uno dei due genitori direttamente sul sito dell’Inps. Il richiedente, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio, deve essere in possesso di requisiti di cittadinanza, di residenza e di soggiorno in Italia. Ad oggi l’assegno, copre un range che va da un minimo di 50 euro al mese fino ad un massimo di 175 per ognuno dei figli a carico. Cambia, invece, l’importo per i figli tra i 18 e 21 anni che hanno un beneficio da un minimo di 25 euro a un massimo di 85 mensili. Cifre, queste, che potrebbero cambiare qualora dovesse essere confermata l’applicazione del quoziente familiare e mettendo in cantina l’Isee.

Una manovra per la natalità

La presidente Meloni ha voluto sottolineare come “i provvedimenti per la famiglia e la natalità riguardino quasi 1,5 miliardi, una scelta che non ha molti precedenti nei governi degli ultimi anni”. L’assegno unico è, infatti, solo una delle misure introdotte dall’esecutivo per la famiglia. Nella Legge di Bilancio l’Iva sui prodotti per l’infanzia e gli assorbenti viene portata al 5%, vengono confermate le misure per l’acquisto per la prima casa per le giovani coppie. Non solo. “C’è una misura molto importante sul congedo parentale facoltativo, ora retribuito al 30%. Io ho sempre pensato che molte madri non se lo potevano permettere. Abbiamo aggiunto un mese di congedo facoltativo retribuito all’80% utilizzabile fino al sesto anno. Una specie di piccolo salvadanaio del tempo” ha aggiunto Meloni.

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