Per la seconda volta in pochi mesi Elon Musk parla della sua ultima società, Neuralink, e di come sia ormai prossima a sperimentare su un essere umano la connessione cervello – computer messa a punto dai suoi ricercatori.
Durante una recente intervista radiofonica il magnate della Silicon Valley ha affermato che il primo trial clinico partirà entro un anno. 

 

Ma come funziona questa tecnologia che sembra uscita da un film a metà tra horror e fantascienza? E soprattutto, a che cosa dovrebbe servire?

 

Tutti cyborg? L’idea alla base di Neuralink è quella di realizzare una vera e propria interfaccia per collegare il cervello umano a un computer. L’obiettivo dovrebbe essere quello di sostituire con l’informatica le aree del cervello danneggiate da incidenti o malattie neurodegenerative e quindi restituire ai pazienti le funzionalità compromesse.

 

Per esempio, un malato di Alzheimer potrebbe vedersi restituire i ricordi e la memoria, mentre la vittima di un trauma spinale potrebbe tornare a controllare le gambe o le braccia.

 

Solo un buchino… Dal punto di vista clinico, ha spiegato Musk, l’interfaccia verrebbe applicata rimuovendo un pezzo di scatola cranica, del diametro di un paio di centimetri, nel paziente.

 

La tecnologia di Neuralink è ancora agli albori e, se mai porterà qualche risultato, lo vedremo tra diversi anni. 

 

Ma quindi Musk vuole trasformarci tutti in cyborg? «Lo siamo già, almeno in parte”», ha affermato l’imprenditore. «La nostra vita dipende da smartphone, tablet e PC: quando vi si rompe il cellulare non avete la sensazione che vi manchi una parte del corpo?».

 



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