Ha provato a mettere la chiave nella serratura, ma è stato inutile. L’incubo era diventato realtà. Lo stesso incubo di cui aveva sentito parlare per 26 anni, dal quale però si sentiva al riparo. Lei, donna separata da tempo dal marito, madre di due figli, portatrice di handicap, una buona istruzione di base, originaria dei Colli Aminei, giunta a Ponticelli addirittura nel 1992. Lei, che nella sua abitazione dell’Iacp di viale Carlo Miranda 177, aveva cresciuto una famiglia, lei che aveva rapporti di buon vicinato, lei che aveva abbellito e ristrutturato negli anni quella casa popolare, lei che pagava le utenze con precisione svizzera. Un incubo drammaticamente reale per Luisa Desiderio, classe 1958, che ha deciso di affidarsi al penalista Luigi Pezzullo, per raccontare la sua storia, denunciare i torti subiti, narrare quel senso di profanazione che si prova quando qualcuno mette le mani in tutte le tue cose e se ne appropria, offende i tuoi ricordi, viola le cose più intime. Una vicenda che Luisa decide di raccontare al Mattino, anche alla luce del clamore suscitato da episodi analoghi avvenuti in altri contesti metropolitani. A Roma come a Pozzuoli, persone che non riescono a rientrare nella propria abitazione, tanto da alimentare un moto di indignazione che rende meno isolata la voce di Luisa. Spiega oggi al Mattino, contattata da Barcellona dove è costretta a vivere ospite della figlia in seguito all’occupazione abusiva di casa sua: «Nel settembre del 2019, ero andata in Spagna a trovare mia figlia a Barcellona, prima del covid, quando fui raggiunta da una telefonata che mi raggelò il sangue: un vicino di casa mi avvisò che la mia abitazione era stata occupata. Era l’inizio dell’incubo». Facile immaginare il senso di smarrimento e le contromosse della donna. La corsa di ritorno a Napoli, l’arrivo nel quartiere, le scale, la porta di casa, le chiavi nella serratura, le chiavi che non entrano: «Mi dissero che non potevo più entrare, mi dissero che c’era un’altra famiglia». Inutile a partire da quel momento ogni forma di denuncia o di appello. Nell’immediatezza presentate due denunzie, una ai carabinieri, un’altra alla polizia municipale definite dall’Autorità Giudiziaria solo con l’applicazione di una pena pecuniaria nei confronti dei responsabili. Nessuno sgombero degli occupanti abusivi. Nessun provvedimento.