La morte della regina Elisabetta sembrava aver sparso la pace sulla famiglia reale. Ma era solo una tregua. E ora tornano a galla polemiche, pettegolezzi, retroscena. Il 6 ottobre uscirà un libro destinato a far discutere: si intitola Courtiers: the hidden power behind the Crown (Cortigiani, il potere nascosto dietro la Corona). Lo ha scritto Valentine Low, firma del Times che da decenni si occupa di Reali e autore di diversi scoop (fu lui, per esempio, a dar la notizia che l’ex capo dello staff dei Sussex li aveva accusati di bullismo). Alcuni stralci anticipati fanno capire chi sarà la protagonista assoluta dei dibattiti futuri: Meghan Markle

SCONTRO DI CIVILTÀ – Il libro, un tomo di 422 pagine che sulla copertina ha la corona di San Giorgio, è stracolmo di aneddoti e cerca di rispondere alla più delle domande: cosa accadrà adesso che non c’è più Elisabetta? Ma Low fa anche una ricognizione sul tempestoso rapporto, culminato con la Megxit, tra Meghan Markle e la Casa Reale inglese nel suo complesso. Più che un rapporto, una collisione, quasi uno scontro di civiltà.

SFURIATE E PERSECUZIONI – Anzitutto c’è lo stupore di Meghan quando capì che non gli veniva corrisposto un extra per incontrare la folla. Accadde durante il suo primo tour con Harry, in Australia. La Markle fece un’ottima impressione, ma dietro le quinte scatenò l’inferno. “Non posso credere che non vengo pagata per questo”, si lamentò. Ma l’ex attrice di Suits  si è macchiata anche di innumerevoli sfuriate e comportamentI al limite della persecuzione nei confronti di molti impiegati e funzionari della Casa Reale.

“CHIAMATE A TUTTE LE ORE” – “Un sacco di gente è uscita con le ossa rotte”, dice un insider a Valentine Low. Secondo il reporter del Times, Meghan se la prendeva soprattutto con le giovani donne. “Non ti preoccupare: se c’è letteralmente qualsiasi altra persona a cui posso chiedere questa cosa, la chiederò a lei anziché a te”: così venne redarguita davanti a tutti un’impiegata. Un altro assistente, che si era preso il venerdì sera libero, venne tempestato di chiamate durante la cena, con l’unico scopo di “distruggerlo”. “Ogni dieci minuti dovevo uscire dal ristorante per essere sgridato con urla da lei e da Harry. Mi dicevano: ‘Non possiamo crederci che ci hai fatto questo!’. È andata avanti per due ore. E hanno ricominciato la mattina dopo, ed è durata parecchi giorni: non potevi sfuggirgli, non c’erano limiti”, racconta la fonte a Low.

“COME DUE TEENAGER” – Poi c’è il caso di Samantha Cohen, ex segretaria privata dei Sussex. Che venne riempita di improperi e di urla “prima, durante e dopo” il viaggio in Australia. “Sam ci ha sempre detto che era come lavorare per una coppia di teenager. L’hanno portata al limite della sopportazione”, rivela un amico della Cohen.

“NON È IL MIO MESTIERE” – Nel libro sono dettagliati tanti altri casi di bullismo nei confronti dei sottoposti. E quando le si faceva notare che avrebbe dovuto trattare meglio i dipendenti, Meghan opponeva questa frase: “Coccolare la gente non è il mio mestiere”.  E con un collaboratore di Harry ha rotto così il ghiaccio: “Penso che sappiamo entrambi che io sarò uno dei tuoi boss adesso“. Poi c’è “l’incidente della tiara”.

LA TIARA – Per il suo matrimonio, Meghan aveva scelto di posare sulla sua chioma la tiara di diamanti dell’ex regina Mary (moglie di Giorgio V). Ma non immaginava che avrebbe dovuto chiedere il permesso a Elisabetta. La duchessa di Sussex fece arrivare la sua parrucchiera personale a Buckingham Palace proprio per provare la tiara, ma quel giorno Angela Kelly, assistente personale della regina e addetta ai suoi gioielli, non c’era. Harry si arrabbiò moltissimo, convinto ci fosse una fronda a palazzo contro la sua futura moglie. Che chiese di avere accesso alla tiara, in modo piuttosto spiccio: “Siamo a Buckingham Palace. Vogliamo la tiara. Possiamo averla ora, per favore?”. Ma la Kelly non si scompose: “Mi spiace davvero, ma non è così che funziona. C’è un protocollo per questi gioielli. Sono tenuti sotto chiave con grande cura. Non puoi uscirtene fuori e dire che vuoi la tiara semplicemente perché il tuo parrucchiere passa in città”.

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