Alle 18 di oggi, venerdì 18, è prevista una riunione tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i capigruppo della maggioranza. Lunedì è invece previsto il Consiglio dei ministri sulla Manovra. Il testo dovrebbe contenere anche l’ampliamento a cinquemila euro del tetto al contante, inizialmente previsto nel decreto Aiuti quater.

Prende forma il testo della Manovra, la prima del governo di Giorgia Meloni. Stasera, venerdì 18 novembre, ci sarà una riunione con i capigruppo del centrodestra mentre lunedì 21 ci dovrebbe essere il Consiglio dei ministri. Tra i punti che dovrebbero essere inclusi nel documento, l’ampliamento a cinquemila euro del tetto al contante. Una misura che era inizialmente presente nelle bozze del quarto decreto legge Aiuti presentato alla stampa dalla presidente del Consiglio ma non ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale.

Fonti Lega: “Tetto al contante in legge di bilancio”

Fonti della Lega hanno fatto trapelare che il tetto al contante (qui trovi come funziona nei vari Paesi dell’Unione europea) sarà invece inserito nella legge di bilancio. Secondo le ricostruzioni dei quotidiani, ad esercitare la moral suasion sarebbe stata la presidenza della Repubblica sottolineando che non ci sarebbero ragioni di urgenza tali da giustificarne l’inserimento in un decreto legge. Si muovono anche le opposizioni: il Terzo polo, che aveva votato a favore della conversione del decreto Aiuti Ter, ha detto per voce di Carlo Calenda che è “difficile” che ci sarà un voto favorevole alla Manovra.

Le scadenze

Il Documento programmatico di bilancio (Dpb) va mandato alla Commissione europea aggiornato rispetto a quello già inviato dall’uscente governo Draghi che conteneva solo lo “scenario tendenziale a legislazione vigente”. Poi, inizierà la discussione in parlamento che quest’anno dovrebbe cominciare dalla Camera dei deputati, visto che lo scorso anno è toccato al Senato. Una coincidenza che dovrebbe favorire il governo visto che a Montecitorio la maggioranza è più ampia che a Palazzo Madama. L’assemblea presieduta da Ignazio La Russa si limiterà probabilmente solo a votare la legge che deve essere approvata entro il 31 dicembre per evitare il cosiddetto esercizio provvisorio. In questo caso, la spesa pubblica sarebbe consentita solo “per dodicesimi”, ossia dividendo per 12 la previsione di spesa fatta dal governo nella legge di Bilancio dell’anno precedente. Questo tetto mensile alle uscite potrebbe però durare solo fino ad aprile.

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