(di Enrico Piovesana) – Sarà di almeno 25 miliardi di euro il costo degli investimenti straordinari in nuovi armamenti se il ministro della Difesa Guido Crosetto recepirà le proposte che i Capi di Stato di maggiore di Esercito, Marina e Aeronautica hanno avanzato nelle loro audizioni programmatiche alle Commissioni Difesa di Camera e Senato. Un programma di riarmo imponente che avrebbe un notevole impatto sui bilanci statali, giustificato dai militari con il rischio concreto di una guerra determinato dal conflitto in Ucraina, che richiederà adeguati approfondimenti. Anche in considerazione del record di approvazioni di programmi di procurement militare avvenuto nella scorsa Legislatura (e di cui l’Osservatorio Mil€x ha dato conto in numerosi articoli).

Esercito: 4,2 miliardi per duecento carri armati in più

Come testimonia l’ultimo Documento programmatico pluriennale della Difesa, l’Esercito, in attesa dei nuovi carri armati dei programmi europei Aics (Armored Infantry Combat System, per i carri leggeri) e Mgcs (Main Ground Combat System, per i carri pesanti) – già finanziati con oltre 3,7 miliardi di euro su una previsione di spesa complessiva di 6 miliardi – aveva deciso di investire oltre mezzo miliardo sull’ammodernamento di 135 Dardo e 159 M113 – decine dei quali sono poi stati inviati in Ucraina – e quasi un miliardo di euro (980 milioni per la precisione) sull’ammodernamento di 125 carri Ariete.
Ora il Capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale Pietro Serino, avanza la richiesta urgente di acquistare anche almeno 200 carri pronti all’uso: un centinaio di carri svedesi Cv90 (che costano almeno 12 milioni l’uno e hanno un elevato costo di manutenzione) e altrettanti carri tedeschi Leopard 2 (da almeno 30 milioni l’uno), per una spesa totale di almeno 4,2 miliardi di euro.

Marina: 12 miliardi per terza portaerei e raddoppio flotta

La Marina il prossimo anno vedrà entrare in servizio la seconda nave portaerei che andrà ad affiancare la Cavour. Nonostante sia anche nave da sbarco mezzi anfibi dotata di bacino allagabile (per questo ha un dislocamento maggiore rispetto alla Cavour), la Trieste potrà imbarcare un numero di F-35B analogo a quello della prima portaerei (una dozzina di velivoli, cioè un gruppo aereo ciascuna) tra ponte e hangar sottoponte, entrambi un po’ più grandi rispetto alla Cavour (ponte lungo 230 metri e ampio 7.400 mq contro 220 metri e i 6.800 mq; hangar da 2.600 mq contro 2.500 mq) garantendo la loro piena operatività grazie alla dotazione dei sistemi di integrazione (Alis/Odin e Jpals).
Alla luce di questo, necessiterebbe qualche chiarimento la richiesta avanzata dal Capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio Enrico Credendino, di una “seconda” portaerei (dal costo di almeno 1,5 miliardi) che sarebbe in realtà la terza e che necessiterebbe anche di un terzo gruppo aereo di F-35B (per altri 3,2 miliardi – esigenza che trova conferma nelle richieste avanzate dal Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, generale Luca Goretti).
Oltre alla terza portaerei, l’ammiraglio Credendino ha fornito una lunga lista di acquisizioni urgenti per almeno altri 7,4 miliardi: altri due sottomarini U212 Nfs (da 665 milioni l’uno) oltre ai quattro già previsti, almeno altre tre fregate antisommergibile Fremm (da 600 milioni l’una) oltre le quattro già in linea, altri due cacciatorpediniere antiaerei Ddx (da 1.350 milioni l’una) oltre alle due già previste, un’altra nave rifornitrice Lss (da 410 milioni) per affiancare quella appena entrata in linea e, infine, otto aerei da pattugliamento antisommergibili (da 150 milioni l’uno se si opta per l’italiano C27 o il giapponese P-1, molto di più si scegliesse l’americano P-8). Il tutto per una spesa complessiva che supera i 12 miliardi di euro.

Aeronautica: 8,7 miliardi per altri F35 e Typhoon

L’Aeronautica sta già investendo nel programma internazionale (con Regno Unito, Svezia e Giappone) per il cacciabombardiere invisibile di sesta generazione Tempest: quasi 3,8 miliardi già stanziati per la fase di ricerca e sviluppo. Entrerà in linea tra una decina d’anni. Nel frattempo – oltre ad usare i vecchi Tornado e Amx – entreranno in servizio i 75 F-35 previsti per l’Aeronautica e si aggiorneranno i 94 Typhoon operativi spendendo 4,2 miliardi. Non abbastanza secondo il Capo di Stato maggiore dell’arma azzurra, generale Luca Goretti, che chiede di ripristinare il requisito originario di entrambi i programmi, JSF ed Eurofighter, acquisendo 41 F-35 in più per 8,3 miliardi (19 in versione A da 190 milioni l’uno e 22 in versione B – compresi i 15 per la Marina – da 215 milioni secondo i costi della fase 2b forniti dalla Difesa) e 25 Typhoon in più per 3,6 miliardi (da 145 milioni l’uno secondo i costi delle ultime acquisizioni tedesche). Costo totale per l’Aeronautica (escludendo i 3,2 miliardi per gli F-35B della Marina): 8,7 miliardi di euro. (Osservatorio Mil€x)

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Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa