Ora esce un agile e-book, edito da Carrocci, che introduce e spiega tante questioni che sono sorte in questi pesanti mesi di chiusura, partendo dalle semplici regole con cui si diffonde il virus. Sì, sono semplici e tutto sommato simili a quelle di fenomeni molto diversi, come per esempio la diffusione degli urti fra palline contenute in una scatola, ce lo spiega il virus stesso nel capitolo di apertura, dove racconta chi è, come fa a diffondersi e quale è il suo scopo ultimo, riprodursi più possibile.

È un artifizio letterario noto e usato bene, tanto che alla fine del capitolo se ne sa parecchio di più, almeno chi scrive, sui virus e sul loro comportamento elementare, e alla fine lo stesso Sars -CoV-2 non diciamo che ci è simpatico, ma quasi. Comunque si impara, e si mostra, un concetto importantissimo in natura: più semplice sei più facile è diffondersi e moltiplicarsi e così, con la sua struttura micidiale ma elementare, questo virus ha buon gioco a farsi spazio in vari tipi di cellule del nostro corpo e iniziare il suo a volte disastroso lavoro.

Molti fisici, per la verità, in questo periodo hanno utilizzato metodi tipici della analisi dei dati delle particelle elementari o della fisica in generale, si ricorderà che la data del famoso “picco” sembrava oramai un serial giornaliero, ma il diluvio di curve proposte ha lasciato poca fama dietro a sé e pronostici poco azzeccati.

Il metodo indagato e applicato da Battiston, basato sul modello SIR tipico delle epidemie, è diverso dalla maggior parte di quelli a cui abbiamo accennato. La matematica di base per capirlo è quella delle scuole elementari, mentre per farlo funzionare ci vuole il calcolo differenziale, che dobbiamo al grande Descartes, Cartesio per noi, che aprì le porte di quella parte della matematica che secoli dopo sarebbe servita per disegnare razzi, ponti, calcolare previsioni atmosferiche e ci fermiamo qui perché la lista prenderebbe 1000 pagine. Quindi formule e molti computer per calcolare le curve che danno l’andamento, ma non occorre affrontarle: il concetto è semplicissimo.

Seguiamo il ragionamento. Abbiamo dei soggetti, che saremmo noi tutti e il loro numero totale lo chiamiamo N, poi abbiamo il gruppo S, ossia suscettibili che possono contrarre la malattia, qualcuno di questi diventa infetto, e lo indichiamo con I, e un certo numero, R, dopo che ha preso l’infezione risulta guarito o, purtroppo, deceduto. Ecco che il modello SIR, la somma dei tre numeri S+I+R è sempre eguale al numero totale dei cittadini presi in considerazione: paesello, città o nazione che sia.



Source link