indagine Acri Ipsos sul risparmio

In aumento i nuclei con una situazione economica positiva (41%), in calo quelli in difficoltà (dal 21 al 18%). Sale dall’8 al 19% la propensione al risparmio e la preferenza per la liquidità. Il 65% degli italiani ha paura dei contagi dal Covid

di Laura Serafini

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(Robert Kneschke – stock.adobe.com)

In aumento i nuclei con una situazione economica positiva (41%), in calo quelli in difficoltà (dal 21 al 18%). Sale dall’8 al 19% la propensione al risparmio e la preferenza per la liquidità. Il 65% degli italiani ha paura dei contagi dal Covid

3′ di lettura

Il 65 per cento degli italiani è preoccupato per il contagio (sé o famigliari) dal Covid-19, mentre il 23% teme per la perdita del lavoro o dei risparmi. Ma l’aspetto interessante che emerge dall’indagine Acri-Ipsos dal titolo “Risparmio: futuro e presente”, condotta nel mese di settembre in vista della 96ma Giornata del Risparmio, è che ai timori non corrisponda un reale e immediato peggioramento della situazione economica della singola famiglia.
Per il 61% degli intervistati, infatti, il contesto economico familiare consente di affrontare un nuovo lockdown, mentre per il 30 per cento l’impatto non sarebbe gestibile. Peggiora, però, la percezione del futuro: se per la situazione personale c’è più ottimismo, prevale l’idea che si vada vedo un peggioramento della situazione economica generale per il prossimo triennio.

Aumentano coloro che risparmiano senza sacrifici

Sale al 58 per cento nel 2020 (dal 55 per cento del 2019) la percentuale di coloro che riescono a risparmiare senza fare sacrifici e aumenta, al contempo, il divario (dal 21 al 28 per cento) con coloro che invece fanno sacrifici pur di riuscire a risparmiare (la cui percentuale, però, si riduce dal 34 al 30 per cento). In crescita dal 42 al 47% la quota di coloro che negli ultimi 12 mesi sono riusciti a risparmiare, mentre le famiglie in saldo negativo restano stabili al 16 per cento. Si aggravano le condizioni di chi già stava male, mentre chi stava meglio è riuscito a migliorare il proprio tenore di vita. In linea generale aumenta la quota delle famiglie che sta vivendo una situazione economica positiva (41%), mentre si riduce dal 21 al 18 per cento il numero di quelle che si trovano in difficoltà.

Più facile risparmiare con il lockdown, ma i soldi restano sui conti

La situazione di relativa tranquillità delle famiglie (o almeno di come esse la percepiscono) viene spiegata dalla stessa indagine come uno degli effetti dovuti al lockdown e al protrarsi della pandemia: si sono ridotti i consumi per la cura di sé e il divertimento, mentre sono aumentati quelli di beni durevoli e di sopravvivenza. Non a caso viene registrata una caduta dei consumi che non siano per beni alimentari o per la casa. E di conseguenza la disponibilità media di liquidità è aumentata e, in linea di massima, essa è stata parcheggiata sui conti correnti. E ancora: la sostanziale tenuta delle famiglie meno abbienti, il cui numero in base all’indagine non aumenta, probabilmente – aggiungiamo noi – va letta come l’effetto del reddito di cittadinanza ma anche del blocco per legge dei licenziamenti.

La propensione al risparmio sale dall’8 al 19 per cento

Dall’indagine, d’altro canto, emerge come sia aumentato dal 18 per cento del 2019 al 21% il numero delle famiglie che dichiara di essere stata colpita dalla crisi, a causa perdita del lavoro o mancato pagamento dello stipendio o peggioramento delle condizioni economiche. La propensione all’investimento è più orientata nell’immediato. Si riconferma il dato già emerso dalle indagini della Banca d’Italia, con la propensione al risparmio (la quota del risparmio lordo delle famiglie sul loro reddito disponibile lordo), che è più che raddoppiata dal fine 2019: dall’8 al 19 per cento. Il 63% degli italiani continua a preferire la liquidità e il 46 per cento associa il risparmio a un senso di sicurezza. La propensione a investire aumenta in modo contenuto, ma solo per una piccola parte dei risparmi. Nelle scelte aumentano gli investimenti in strumenti più rischiosi (azioni), oppure in quelli di protezione (assicurativi) e nei conti correnti.

Europa: il 69% degli italiani ha fiducia nel Recovery Fund

Nel mese di settembre, quando è stata condotta l’indagine, il campione intervistato evidenziava la percezione di un rimbalzo di fiducia sul clima economico generale, ma più contenuto sul clima personale e sul fronte dei consumi. Per il 26% del campione, però, la crisi è molto più grave del rappresentato, ma la soluzione un po’ più vicina, nell’arco di 4 anni (per il 41%). Si evolve la visione dell’Unione europea. Cresce la sfiducia verso l’Europa, dal 51 al 57 per cento, in senso generale, ma il 69% degli italiani sa cosa è il Recovery fund e ritiene che possa essere uno strumento utile per uscire dalla crisi. Il 68% non vuole l’uscita dall’euro.



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