Confartigianato stila, in un nuovo rapporto, la classifica delle Regioni più virtuose per i giovani imprenditori. La confederazione lancia anche un allarme per gli inattivi: in Italia sono 1,6 milioni, i dati peggiori in Europa.

Regioni con condizioni favorevoli per lo sviluppo di imprese guidate da giovani: quali sono le più virtuose e quali indossano la maglia nera? Lo fa sapere Confartigianato comunicando la mappa dei territori youth-friendly per impresa e lavoro. L’indice è stato presentato alla Convention annuale dei Giovani Imprenditori di Confartigianato organizzata a Roma venerdì 26 maggio. Il report misura le condizioni dell’habitat sulla base di 13 indicatori che comprendono, tra l’altro, il tasso di occupazione under 35, la presenza di giovani imprenditori, la collaborazione scuola-imprese, la diffusione dell’apprendistato, il saldo migratorio dei giovani verso l’estero o altre Regioni.

Le Regioni più virtuose e le ‘maglie nere’

È la Lombardia il territorio che offre ai giovani le condizioni migliori per lavorare e per fare impresa. Seguono poco distanti Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige. ‘Maglia nera’, invece, al Molise, insieme a Sardegna, Calabria, Sicilia e Basilicata. A livello provinciale, i giovani trovano il terreno più fertile a Cuneo, seguita da Bergamo, Vicenza, Lecco e Treviso. All’altro capo della classifica le condizioni più difficili per l’occupazione e la voglia di fare impresa dei giovani si riscontrano a Isernia, Foggia, Vibo Valentia, Siracusa, Taranto.

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Lavoro: quanti sono i Neet italiani

Durante l’incontro, anche un punto sui Neet italiani, ossia i giovani che non sono impiegati né in un percorso di studio né di lavoro. Nel 2022 l’Italia è stato il Paese con il più alto numero di giovani tra 25 e 34 anni che non si offrono sul mercato del lavoro: ben 1.568.000, con un tasso di inattività del 25,4%, rispetto al 15% della media europea. La Germania registra il 13,9%, la Spagna il 13,7% e la Francia il 12,7%.

Secondo lo studio di Confartigianato, il fenomeno è peggiorato visto che il tasso di inattività dei giovani italiani è aumentato di 3,4 punti rispetto al 21,9% registrato nel 2004. “I giovani – sottolinea Davide Peli, presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato – sono il futuro del Made in Italy. Ma 1,6 milioni di under 35 fuori dal mercato del lavoro rappresentano un assurdo ‘spreco’, una vera e propria emergenza da affrontare rapidamente. L’Anno Europeo delle Competenze sia l’occasione per cambiare davvero, facendo leva sulla formazione, su un nuovo e intenso rapporto tra scuola e imprese per trasmettere il ‘saper fare’, su misure per sostenere la creazione d’impresa e il passaggio generazionale in azienda”.

Fonte Agi

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