All’incirca un anno fa, Laura Boldrini scopriva di essere affetta da un condrosarcoma al femore. L’ex presidente della Camera si è sottoposta ad un intervento chirurgico cui è seguita una difficile riabilitazione. Ad un anno di distanza, in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”, Laura Boldrini parla senza remore della sua malattia e della sua battaglia. “Tutto è cominciato con il lockdown – esordisce – Anche io cantavo l’inno sui balconi, uscivo a parlare con i vicini. Così ho conosciuto Laura Licci, osteopata. La prima persona della catena di coloro che mi hanno salvato la vita. Da un anno avevo dolore alla gamba destra. Pensavo a un’infiammazione del nervo sciatico. E avevo troppi impegni per fare accertamenti, oltre alla tendenza tipica delle donne a trascurarsi. Laura mi convince a farmi vedere. Il medico consiglia una risonanza magnetica”.

Laura Boldrini (Foto Facebook)

“Non avevo mai concepito l’idea di poter avere un tumore”

“Ricevo un sms da Gianfranco Gualdi, un professore che conosco – ricorda – ‘Ho appena visto il suo esame, mi può chiamare?’. Penso che voglia salutarmi. E non capisco che quel messaggio mi cambierà la vita. Vado a ritirare il referto senza sospettare nulla. E lui mi avverte che probabilmente ho una lesione tumorale al femore: un condrosarcoma. Devo fare la Tac, la Pet, la Total body…Non avevo mai concepito l’idea di poter avere un tumore, nonostante la familiarità. Mia mamma ne è morta. La mattina l’ho accompagnata fino all’ascensore per la camera operatoria, ed è stata l’ultima volta che le ho potuto parlare: è andato tutto male, è finita in rianimazione, è rimasta attaccata alle macchine per due settimane, ha esalato lì l’ultimo respiro. Poi mia sorella…”.

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Laura Boldrini (Foto Instagram)

“Avevo mille ipotesi davanti a me e mi facevano tutte orrore”

“Lucia se ne è andata a 46 anni – racconta – Era molto religiosa, ha deciso di lasciare che avvenisse la volontà di Dio. Una dimensione punitiva della fede, che ho contestato sino alla fine; ma mia sorella non ha ceduto di un millimetro. Ha rifiutato anche le cure palliative. Ho sempre pensato che questo non mi riguardasse. E non riuscivo a prendere atto della realtà. Forse è un errore, pensavo, non sono i miei esami; o forse l’errore lo sta facendo il medico. Invece tutte le analisi hanno confermato che era davvero un tumore”. A quel punto, Laura Boldrini ha iniziato “a cercare informazioni online e a pensare a quel che poteva succedermi. Restare zoppa. Perdere la gamba. Rimanere inchiodata in un letto. Un paradosso, dopo una vita sempre improntata al movimento, le missioni in zone di guerra… Ora avevo mille ipotesi davanti a me. E mi facevano tutte orrore”.

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“Bastava poco per avere danni irreparabili, mi sono rivolta a Dio”

L’ex presidente della Camera vive da sola. I primi a sapere della sua malattia sono stati “i fratelli, Ugo, Andrea ed Enrico” e “la figlia Anastasia che ha 29 anni e da dieci vive in Inghilterra”. In ospedale resta un mese, in un “reparto riservato a malattie difficili”. “Avevamo tutti paura”, svela. Nel suo caso, “bastava poco per avere danni irreparabili: il taglio di un nervo che genera la paralisi, l’ischemia dell’arto che può portare all’amputazione, la trombosi come quella che poi in effetti ho avuto…”. La Boldrini si è affidata a Dio: “L’esperienza di entrare in sala operatoria ti mette a contatto con le tue fragilità, le tue ansie; e nonostante la razionalità di cui disponi, a un certo punto ti ritrovi a pregare. Sì, in quel frangente è uscito anche questo rivolgermi a Dio come all’aspirazione ultima della salvezza”.

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“Operazione complicata, mi hanno tolto 25 centimetri di femore”

Ad operarla è stato Alessandro Gasbarrini, che definisce “un eroe”. “La mia operazione è stata complicata – confessa – Il professore ha tolto 25 centimetri di femore, ha inserito una protesi di titanio da 45 centimetri, che pesa un chilo in più ed è incastonata da un lato in quel che resta del femore, dall’altro nel bacino…”. Al ritorno in camera, dalla terapia intensiva “dove perdi la nozione del tempo”, ha trovato un uomo. “Lo sento parlare da dietro il lenzuolo che ci separa – racconta – A un certo punto inizia a vantarsi che è in camera con una donna: ‘Sì, è vero, sta qui accanto, è stata operata da poco e non si può muovere. Vorrà dire che questa notte dovrò fare tutto io… Ahaha’. Sono furiosa, ma come si permette di fare battute sessiste in una circostanza come questa?”.

“Camminare non è più un piacere come prima”

Adesso Laura Boldrini sta meglio. “Ho una cicatrice di 35 centimetri che da metà coscia prosegue fino all’anca, poi piega verso destra… Camminare non è più un piacere come prima, ma con un rialzo sotto l’altra gamba, la sinistra, riesco a farlo”, conclude.

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