In tutta Italia ormai è caos dopo le primarie on line del Movimento 5 stelle (le cosiddette “Parlamentarie 2018”) svoltesi il 16 e 17 gennaio e da tanti, tantissimi bollate come una burla, una farsa di cui i non iscritti alla rete sanno poco o nulla.

Perciò ce lo siamo fatti spiegare da alcuni cosiddetti “attivisti”, cioè coloro che da anni sono presenti nei gruppi locali (i cosiddettti “meetup”) per organizzare banchetti, manifestazioni, conferenze con gli eletti (i cosiddetti “portavoce”) e per fare campagna elettorale. Almeno finora.

“Sono un’attivista e avevo dato la mia disponibilità ad essere candidata al Senato ma inspiegabilmente il mio nome non c’era su Rousseau”. Così parla Maria, da anni attivista in quel di Roma. “Altri candidati (attivisti storici, senza precedenti penali o in altri partiti) sempre inspiegabilmente non c’erano! Eppure avevamo espletato tutto, certificati penali spediti, curriculum a posto”.

Analogamente sfoga tutta la sua rabbia anche Aldo, attivista pugliese: “Conosco tanti amici attivisti qui in Puglia che sono stati ingiustamente esclusi. Sono stati favoriti i portavoce uscenti e gli amici dei portavoce ! E noi attivisti non contiamo più un c…o? il Movimento è NATO e cresciuto grazie a noi !”

Da Milano, Andrea attivista non candidato, aggiunge: “E il principio di democrazia del nostro Gianroberto Casaleggio dov’è finito? Non doveva essere la rete a decidere i vincitori? Invece qui hanno deciso i referenti regionali o i subreferenti e sulla base di che cosa? Neppure uno stralcio di motivazione! Ma per favore. Forse i candidati erano scomodi e avrebbero sottratto voti agli amici degli amici? Deduco allora che il Movimento si sta trasformando in partito se le decisioni vengono prese discrezionalmente dall’alto e non dalla base. Riflettete perché su tutti i gruppi lo stanno facendo. Svegliatevi !”.

La versione ufficiale è che lo Staff del Movimento ha selezionato il meglio.

Ma così replica Luca, attivista di Palermo: “E il meglio che lo decide? I referenti regionali? Mi pare un criterio troppo discrezionale e soggettivo, non trovate? Chi ha trovato i suoi candidati tra i votabili si chieda per un momento: sono amici del referente regionale ?”.

E con tono sommesso, Simona da Napoli fa un’amara constatazione: “Invece di gioire nell’immediato, forse sarebbe meglio riflettere sulle conseguenze di marzo. Potevamo andare al governo e raggiungere la vetta del 40%. Ma ora tantissimi attivisti esclusi senza motivo non sosterranno il movimento, altro che 40% !

“Sono state scelte i profili migliori” è stata un’altra notizia che Luigi Di Maio ha rilasciato ai media.

 “Sì, proprio le migliori …. Ora vi dico io come stanno le cose ….” (continua)