Salgono i prezzi dei beni alimentari e gli italiani mettono meno cibo in tavola. È quanto emerge dai dati sull’andamento delle vendite al dettaglio del mese di luglio 2022 pubblicati mercoledì. “I prezzi alle stelle hanno costretto gli italiani a ridurre gli acquisti alimentari”, rileva l’Unione nazionale consumatori mentre Assoconsumatori chiede al Governo di mettere a punto una strategia seria per affrontare la situazione.

Gli italiani spendono di più, ma comprano meno. A rivelarlo sono i dati Istat pubblicati mercoledì sull’andamento delle vendite al dettaglio nel mese di luglio 2022. L’Istituto nazionale di statistica ha evidenziato come su base tendenziale “le vendite dei beni alimentari registrano un aumento in valore (+6,1%) e una diminuzione in volume (-3,6%)”: tradotto, il cibo cosa di più ma gli italiani ne hanno comprato meno.

L’Unc: “Con i prezzi alle stelle, gli italiani risparmiano sui beni alimentari”

A poche ore dalla pubblicazione è arrivato il commento del presidente dell’Unione nazionale consumatori (Unc) Massimiliano Dona: “Secondo i dati Istat resi noti oggi, le vendite in valore al dettaglio salgono dell’1,3% rispetto al mese precedente e del 4,2% su base annua. Un rimbalzo tecnico dopo la caduta di giugno, ma gli italiani restano sempre a dieta. Le vendite non potevano che migliorare rispetto al mese precedente, quando erano precipitate su tutti i fronti: congiunturale, tendenziale, alimentari e non alimentari. Su base annua, però, i nodi vengono al pettine. I prezzi alle stelle hanno costretto gli italiani a ridurre gli acquisti di cibo. Se le vendite alimentari in valore, infatti, per via dell’inflazione, salgono del 6,1% su luglio 2021, depurandole dall’effetto prezzi il miraggio svanisce e scendono del 3,6%, con uno scarto abissale di 9,7 punti percentuali“.

Secondo uno studio dell’Unc, infatti, le vendite alimentari di luglio in volume, nei dati destagionalizzati, sono inferiori sia nel confronto con quelle di febbraio 2020, ultimo mese pre-lockdown, con -3,3%, che rispetto a gennaio 2020, ultimo mese pre-pandemia, con -0,6 per cento.

Il commento di Assoutenti: “Meno cibo in tavola, più acquisti nei discount”

Il caro prezzi sta rivoluzionando le scelte delle famiglie e, secondo quanto affermato da Assoutenti in una nota, i nuovi dati pubblicati dall’Istat “dimostrano non solo come gli italiani mettano sempre meno cibo in tavola, ma anche i cambiamenti nei comportamenti economici dei cittadini imposti dal caro-bollette e dalla abnorme crescita dei prezzi’.

Il presidente dell’associazione Frio Truzzi commenta: “Il primo dato che balza all’occhio è la sensibile riduzione degli acquisti alimentari. Questo significa che gli italiani, per far fronte alla crisi in atto, tagliano acquisti primari come il cibo, un segnale decisamente sconfortante. Ma soprattutto i numeri dell’Istat evidenziano come si stiano modificando le abitudini delle famiglie, che puntano sempre più sul risparmio dirottando gli acquisti verso i discount alimentari, le cui vendite a luglio aumentano del +12,3% su base annua. Il Governo deve intervenire con una seria strategia per difendere il potere d’acquisto dei cittadini e bloccare la crescita senza sosta dei listini al dettaglio”.

Gli altri dati Istat

Secondo Istat, a luglio 2022 è stata stimata una crescita congiunturale per le vendite al dettaglio (+1,3% in valore e +1,0% in volume). In aumento le vendite, sia dei beni non alimentari (+1,3% in valore e +1,4% in volume) che di quelli alimentari (+1,2% in valore e +0,5% in volume). Nel trimestre maggio-luglio 2022, le vendite al dettaglio crescono in valore (+1,9%) e in volume (+0,3%). Sono in aumento le vendite dei beni non alimentari (rispettivamente +1,1% in valore e +0,5% in volume) mentre quelle dei beni alimentari crescono in valore (+2,7%) e sono stazionarie in volume. Su base tendenziale, invece, a luglio 2022, le vendite al dettaglio aumentano del 4,2% in valore e diminuiscono dello 0,9% in volume. Sono in crescita le vendite dei beni non alimentari (+2,7% in valore e +1,0% in volume) mentre quelle dei beni alimentari registrano un aumento in valore (+6,1%) e una diminuzione in volume (-3,6%).

Fonte Adnkronos

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