Il cuore della strategia del governo di rilancio dell’economia si muove nella strategia “di crescita in uno sviluppo umano, sostenibile, sociale”. Un percorso in cui “l’unico vero problema che possiamo avere è il fabbisogno di risorse umane che sono la vera ricchezza del nostro Paese. Per questo è necessario investire moltissimo sulla scuola e sull’educazione. E per questo le riforme che sono di investimento richiederanno un’attenta riflessione sul bilancio dello Stato”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi intervenendo in Commissione Cultura alla Camera presso la Nuova aula dei Gruppi parlamentari, sulle iniziative di sua competenza in vista dell’avvio dell’anno scolastico.

Bianchi ha quindi indicato le sette riforme “centrali per lo sviluppo della scuola” su cui è incentrata l’attività del suo Dicastero. Its (Istituti tecnici superiori); filiera tecnico professionale; orientamento “che parte dal delicatissimo passaggio dalla scuola primaria alla secondaria. E va visto come accompagnamento a scelte di vita”; ridimensionamento degli istituti e numerosità, tema sul quale il Ministro ha definito “offensiva” la definizione classi pollaio, chiesto “una dignità anche nella formulazione” e ricordato che “la norma attuale prevede classi tra 15 e 27. Le risorse ormai saranno distribuite in modo mirato dove c’è bisogno, basta interventi a pioggia”; poi reclutamento ed alta formazione dei docenti. Infine la didattica: “l’unità classe non sarà più l’unico modo di insegnare – ha spiegato Bianchi – Sarà necessario uscire da questi schemi. Noi spingeremo pur nell’autonomia delle singole istituzioni scolastiche”.

“Nei prossimi mesi – ha concluso il Ministro – avremo un immane compito da svolgere: attuazione delle riforme ed investimenti. Ma è una opportunità per rendere la scuola il centro del nostro Paese. Insieme dovremmo condividere questo straordinario cammino”.





Agenzia Stampa AdnKronos