Negli ultimi trent’anni i fumatori nella fascia tra gli 11 e i 15 anni in Europa sono raddoppiati, con l’Italia che si colloca di poco al di sotto della media del Vecchio Continente. Secondo Gerardo Astorino, responsabile del progetto Promozione della salute dell’Azienda Usl di Bologna, i giovanissimi si avvicinano alle sigarette, anche elettroniche, soprattutto per motivi sociali o psicologici. In risposta al fenomeno, nelle scuole e presso i centri antifumo aumentano i progetti che possono aiutare ragazze e ragazzi a superare la dipendenza.

Il fumo costituisce la principale causa di morte evitabile a livello mondiale, in quanto spesso è responsabile dei decessi correlati a malattie respiratorie, cardiache e oncologiche. Nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione, in Europa si sta assistendo ad un aumentodel numero dei giovanissimi fumatori.

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Tale tendenza è diventata estremamente preoccupante poiché il rischio di sviluppare una dipendenza è maggiore durante la giovinezza. In occasione della Giornata mondiale senza tabacco, ne abbiamo parlato con Gerardo Astorino, responsabile del progetto Promozione della salute dell’Azienda Usl di Bologna.

Sempre più giovani iniziano a fumare: in Italia 30 fumatori ogni mille abitanti

Secondo la Fondazione Veronesi, in Europa nella fascia 11-15 anni si è osservato un aumento del 50% dei nuovi fumatori dal 1990 in poi, con tassi che nell’Europa dell’Ovest (Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi e Svizzera) hanno raggiunto i 40 nuovi fumatori ogni mille giovani per anno, mentre nella fascia in cui ricade l’Italia (Europa del Sud, assieme a Spagna e Portogallo) si arriva a 30 fumatori ogni mille.

Fra i vari i motivi che avvicinano i giovani al fumo, “i principali sono di tipo sociale e psicologico – afferma Astorino – I ragazzi fumando si sentono più grandi ed accettati dal mondo che li circonda. Purtroppo oggi i nuovi dispositivi di consumo come le sigarette elettroniche (e-cig) e i prodotti a tabacco riscaldato (Htp) creano anche tendenza e moda”.

Diminuisce il consumo di sigarette, ma aumenta quello delle e-cig e di Htp

Le sigarette, i prodotti a tabacco riscaldato o Htp (Heated tobacco products, dispositivi elettronici che riscaldano il tabacco anziché bruciarlo) e le sigarette elettroniche hanno un comune denominatore: contengono nicotina e provocano dipendenza.

Secondo la raccolta dati del sistema di sorveglianza Gyts (Global Youth Tobacco Survey) – effettuata in Italia nell’anno scolastico 2021-2022 negli studenti della fascia 13-15 anni – si è osservato un calo nella percentuale di giovanissimi che fumano sigarette tradizionali.

Dal 21% del 2010 al 16% del 2022 per i current smoker (cioè fumatori in almeno un giorno negli ultimi 30) e dal 46% al 31% per gli ever smoker (coloro che hanno fumato almeno una volta sigarette tradizionali). Tuttavia, si è registrato un aumento di coloro che utilizzano la sigaretta elettronica: dal 18% del 2018 al 20% di quest’anno fra i current smokers. Per la prima volta sono stati analizzati i profili che utilizzano prodotti a tabacco riscaldato: 23% ever smoker e 14% dei current smoker.

Astorino: “La nicotina provoca rischi cardiovascolari, non solo con le sigarette”

Dal momento che la maturazione del cervello di un giovane continua fino a oltre i vent’anni, è facile immaginare gli effetti che l’uso di queste sostanze può avere, “soprattutto sullo sviluppo e sull’organizzazione neuronale – precisa Astorino – poiché la dipendenza da nicotina si sviluppa anche nei giovani che fumano saltuariamente. Nei fumatori di età inferiore ai 17 anni determinerebbe, già a questa età, maggiori rigidità arteriosa e progressione di aterosclerosi rispetto ai coetanei e alle coetanee non fumatrici. Inoltre, i polmoni cominciano a evidenziare danni anche con poche sigarette e si strutturano nel tempo gravissime alterazioni e malattie come i tumori. Il consumo di nicotina, attraverso qualsiasi dispositivo, provoca rischi cardiovascolari, come l’infarto miocardico”.

I progetti: supporto psicologico nei centri antifumo e giornate nelle scuole

I centri antifumo offrono terapie farmacologiche e supporto psicologico individuale o di gruppo per smettere di fumare. Sono 241 nel territorio nazionale.

Campagne di sensibilizzazione e prevenzione, invece, vengono effettuate nelle scuole: “Per motivare e rendere consapevoli i più giovani, si organizzano delle giornate con attività pratiche come raccogliere i mozziconi di sigarette abbandonati per strada – precisa Astorino – ma esistono anche attività e laboratori per analizzare la composizione del fumo e vedere le oltre 7mila sostanze liberate nell’ambiente e i risvolti che possono avere”.

Come far smettere di fumare un giovane: “Importante far conoscere le conseguenze”

I modi per prevenire o affrontare il problema del fumo tra i giovani sono diversi: il più importante è l’ascolto: parlare con la persona e confrontarsi in maniera costruttiva. “Se il ragazzo ha già fumato una volta, più che minacciare punizioni è bene cercare di conoscere il contesto da cui è scaturita l’abitudine e poi capire se sono presenti forme di disagio. È importante sapere se il giovane stia frequentando altri ragazzi che già fumano o se abbia cominciato per imitazione. Inoltre, bisogna far conoscere ai ragazzi le conseguenze del fumo, poiché la dipendenza può essere a vita”.

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