Per gli analisti UE questo novembre si stima l’inflazione abbia raggiunto il maggiore aumento su base annuale dal 1997. Per il WSJ, l’aumento su base annuo dei prezzi dovrebbe raggiungere un valore tra il 4,1% e il 4,5%, eguagliando il precedente record risalente al 2008 (prima di una enorme crisi finanziaria globale).

Una inflazione moderata è generalmente considerata un segno positivo, perché indice di una economia in salute con domanda solida. Il problema nasce quando l’inflazione è troppo alta per un periodo di tempo prolungato: causa diversi problemi, come l’aumento del costo della vita.

L’inflazione era già stata prevista da economisti ed esperti, per via del denaro pompato nell’economia da governi e banche centrali. Altri due fenomeni però, non considerati dagli analisti, hanno generato inflazione: la crisi della supply chain (scarsità di beni come i microchip) e la crisi energetica (aumento dei prezzi di gas e petrolio).

A pesare è soprattutto l’energia (27,4%, rispetto al 23,7% di ottobre), seguita dai servizi (2,7%, rispetto al 2,1% di ottobre), prodotti industriali non energetici (2,4%, rispetto al 2,0% di ottobre) e cibo, alcol e tabacco (2,2%, rispetto all’1,9% di ottobre). In Italia il tasso dell’inflazione di novembre è stimato in crescita al 4% dal 3,2% di ottobre.

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