Il piccolo Eitan (6 anni), l’unico sopravvissuto dell’incidente sulla funivia del Mottarone, è stato portato illegalmente in Israele dal nonno materno che dovrà rispondere del reato di sequestro di persona con l’aggravante della minore età della vittima.

Il bambino è affidato alla zia paterna Aya Biran, residente nel pavese, che ne è la tutrice legale. Durante un incontro programmato con il nonno, deciso dalla magistratura, il bambino sarebbe stato portato via dall’uomo che, tramite un volo privato dalla Svizzera lo avrebbe portato in Israele.

DIATRIBA LEGALE TRA PARENTI

Viene accusata di coinvolgimento anche la nonna materna come parte dell’organizzazione del rapimento del bambino. A parlare è lo zio di Eitan. L’uomo sostiene che la donna, mentre era in Italia, avrebbe avuto parte attiva nell’organizzazione del rapimento ma che sarebbe tornata in Israele il giorno prima così da non figurare come complice.

La nonna, Ety Peleg, smentisce l’accusa di rapimento ribadendo che era il bambino a voler tornare in terra natia. Accusa, inoltre, la zia del bambino di non essersi occupata a dovere di Eitan tralasciando doveri come visite mediche e psicologiche a seguito dell’accaduto.

Quello che è certo è che i legali del nonno stanno cercando delle scorciatoie per far passare il rapimento come un gesto impulsivo e non ragionato, cosa peraltro impossibile data la presenza del famoso volo privato.

Anche il governo israeliano sostiene la tesi del rapimento dato che il bambino è stato portato via contro il volere del tutore legale. A tal riguardo citano una violazione della Convenzione dell’Aja. Israele dovrà, per legge, restituire il bambino all’Italia.

CONVENZIONE DELL’AJA

La Convenzione dell’Aja del 1980 è un trattato che prevede il rientro di un minore presso il paese affidatario nel caso di sottrazione internazionale.

Il tribunale di Pavia, secondo un provvedimento, aveva affidato il piccolo alla zia paterna e richiesto la restituzione del passaporto del bambino che si trovava nelle mani del nonno, Shmuel Peleg. Lo stesso tribunale aveva ordinato anche il divieto di espatrio del bambino tranne che sotto autorizzazione del giudice o del tutore.

La famiglia materna di Eitan ha contravvenuto a tutti i punti e, per questo, potrebbe arrivare a perdere ogni diritto sul bambino.

Noi speriamo che il piccolo possa finalmente ritrovare un po’ di pace dopo la perdita dei genitori, pace che sicuramente non troverà se gli adulti non smetteranno di litigare egoisticamente tra di loro.