Il governo si è riunito martedì 28 marzo e ha dato il via libera a diversi provvedimenti con misure sia contro il caro bollette che contro il cibo sintetico.

Via libera agli aiuti contro il caro bollette, al disegno di legge che vieta la produzione e la vendita del cibo sintetico, e al decreto legislativo con il codice degli appalti. Sono queste alcune delle decisioni prese dal Consiglio dei ministri del 28 marzo, riunitosi con un’ora di ritardo rispetto al programma e terminato circa due ore dopo, intorno alle 20.

Gli aiuti contro il caro bollette

Nella riunione del Consiglio dei ministri è stato approvato il decreto con misure a sostegno di famiglie e imprese contro il caro bollette e interventi in favore del settore sanitario per un ammontare complessivo di risorse stanziate nel provvedimento pari a 4,9 miliardi di euro. Lo rende noto il ministero dell’Economia e delle Finanze.

Il provvedimento non è stato commentato in conferenza stampa e non è ancora uscito un comunicato. Secondo quanto si apprende, però, per le forniture di gas viene confermata la riduzione dell’Iva al 5% e l’azzeramento degli oneri di sistema nel prossimo trimestre (1 aprile – 30 giugno 2023). Vengono prorogati anche l’aliquota Iva ridotta al 5% per il teleriscaldamento e per l’energia prodotta con il gas metano e, fino al 30 giugno, il bonus sociale che prevede uno sconto sulle bollette di luce e gas per le famiglie con Isee fino a 15mila. Le imprese potranno continuare a beneficiare fino alla stessa data dei crediti d’imposta al 40% e al 45% se nel primo trimestre del 2023 hanno registrato un incremento del prezzo delle bollette di luce e gas superiore al 30% rispetto al primo trimestre del 2019.

Con il decreto, sarebbero anche stati ricalendarizzati dal 31 marzo al 31 ottobre 2023 i termini di pagamento della prima rata per regolarizzare le violazioni di natura formale commesse fino al 31 ottobre 2022.

Le misure contro il cibo sintetico

“Il divieto di produzione e vendita della carne sintetica in Italia, finalmente è realtà”. Con queste parole il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, ha annunciato l’approvazione del disegno di legge proposto per vietare la produzione e la commercializzazione degli alimenti prodotti in laboratorio. Secondo Foti, con questa misura, “l’esecutivo di centrodestra conferma di essere vicino agli imprenditori minacciati”, nonché di “difendere la salute dei cittadini, l’ambiente e le nostre filiere”.

Commentando il provvedimento in conferenza stampa, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha detto che “i prodotti da laboratorio non garantiscono qualità e sicurezza” e “non c’è un atteggiamento persecutorio ma di forte volontà di tutela“. A suo parare, bisognava inoltre evitare eventuali problemi sociali, come quello di creare nuovi disoccupati. “Abbiamo lavorato per la tutela della nostra salute, della nostra produzione, dell’ambiente, di un modo di vivere di cui continuiamo a essere orgogliosi”, ha aggiunto. A suo fianco, a Palazzo Chigi, c’era anche il ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha affermato che non ci sono evidenze scientifiche sui possibili effetti dannosi del cibo sintetico, ma il provvedimento è stato approvato sulla base di un principio di precauzione. Ha poi sottolineato che è importante preservare il patrimonio agroalimentare.

Via libera al dl con il codice degli appalti

Durante il Consiglio dei ministri di martedì 28 marzo, è stato approvato anche il decreto legislativo con il codice degli appalti, che attua la delega approvata a giugno 2022. In base a quanto si legge in una nota, “è prevista la cosiddetta liberalizzazione sotto soglia: fino a 5,3milioni ci potranno essere affidamenti diretti. Dal primo gennaio tutti gli scambi di informazione avverranno su una piattaforma digitale nazionale, in modo che le imprese non debbano presentare la stessa documentazione più di una volta (risparmio di tempo, di costi, di carta). I piccoli Comuni potranno procedere ad affidamenti diretti fino a 500mila euro e per il primo anno avranno più opzioni per scegliere la stazione appaltante qualificata, allargando il recinto che prima prevedeva solo le Province. Non solo. I Municipi più piccoli avranno semplificazioni sul personale: le funzioni di Rup potranno essere affidate ai dipendenti in servizio anche con contratti a tempo determinato. Non manca la clausola per accelerare i pagamenti (è garantita la possibilità per l’esecutore di emettere fatture anche al momento dell’adozione del SAL)”.

Le altre decisioni

Il Consiglio ha approvato le sue posizioni negoziali su due proposte, di regolamento e di direttiva, che stabiliscono norme comuni del mercato interno per le energie rinnovabili, i gas naturali e l’idrogeno. 

Fonte Agi

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