L’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha effettuato controlli in quattro sale e posto i sigilli in tre strutture diverse. Tutto nasce da un interpello per concorrenza sleale presentato da un’azienda che gestisce sale per gioco d’azzardo. Ma secondo l’avvocato Sbordoni “è un grosso equivoco dettato dall’ignoranza”. Gli eSport infatti sono attività sportive, non d’azzardo.

Nel fine settimana del primo maggio quattro sale Lan ed eSport dislocate in varie città hanno subito dei controlli da parte dell’autorità giudiziaria. In tre casi alcune apparecchiature sono state sequestrate perché prive di autorizzazioni e sono stati posti i sigilli ai rispettivi locali.

I controlli sono partiti da un esposto presentato dalla Led srl, società che gestisce delle sale gioco, all’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm). Nell’esposto si chiedeva di investigare sul fatto che le sale Lan ed eSport non avessero le stesse autorizzazioni richieste alle sale da gioco tradizionali. Nel mondo del gaming però si parla di un assurdo giuridico che deriva da leggi vecchie e dall’incomprensione di un mercato nascente.

Cosa sono le sale Lan ed eSport.

Mentre il termine eSport si riferisce alle competizioni amatoriali o professionistiche di videogiochi a tema sportivo, Lan è una sigla che sta per local area network. In sostanza si tratta dell’evoluzione dei vecchi internet point, in cui si possono affittare dei computer particolarmente potenti per giocare in modo professionale a videogame molto popolari come Fortnite o Fifa.

Il successo di queste sale è legato al fatto che l’esperienza di gioco di alcuni dei più importanti videogame migliora notevolmente all’aumentare delle prestazioni del computer, la cui potenza però incide moltissimo sul prezzo finale. Molte persone dunque preferiscono affittare la macchina piuttosto che acquistarla. In Italia la diffusione di queste sale è in crescita, anche grazie a un parziale riconoscimento da parte del Coni. Ci sono strutture in quasi tutte le regioni e anche in città più piccole, come ad esempio Salerno, Ascoli Piceno e Bergamo.

La polemica sui social

Proprio da Bergamo è partita la polemica principale. La sala cittadina, l’Esport Palace, è una delle tre sale a esser stata chiusa dall’autorità. Il titolare Alessio Cicolari ha denunciato di esser stato trattato come un criminale. In un video postato su Instagram e su TikTok che ha ricevuto già milioni di visualizzazioni, Cicolari ha spiegato di aver superato tutti i controlli ricevuti dal momento dell’apertura.

Inoltre – afferma Cicolari – “sono state sequestrati anche dei prodotti in vendita nel negozio nonostante sala e negozio siano gestiti da società diverse, e questo perché gli agenti non sapevano distinguere e hanno chiamato tutto col nome generico di videogioco”. Secondo il titolare della sala bergamasca l’assurdità principale però sta nel fatto che all’Esport Palace i videogiochi non ci sono proprio: “sono gli utenti a portarseli da casa, noi affittiamo solo l’uso delle macchine, tanto che vari clienti vengono da noi per fare montaggio video o post-produzione di immagini per sfruttare computer che non hanno a casa propria”.

Il paragone offerto dal titolare bergamasco è quello con i campi da calcetto, in cui si affitta solo la struttura e chi vince non guadagna denaro. “A questo punto – continua Cicolari – neanche le fiere del settore possano offrire spazi per eSport e sono illegali pure i simulatori nei musei automotive o negli autodromi”. Questa interpretazione è stata smentita da Adm, secondo cui la normativa andrebbe applicata solamente alle sale.

L’interpello della Led srl

L’uomo dietro al sequesto è Sergio Milanesi, amministratore delegato della Led srl, che gestisce sale con slot machine e gioco d’azzardo. Il settore in cui agisce la Led è regolamentato da norme molto severe che hanno due obiettivi principali: arginare la diffusione della ludopatia ed evitare che attività legali sconfinino in gioco d’azzardo illegale. Per questo motivo sia le aziende che i macchinari che mettono a disposizione devono superare molti controlli.

Secondo Milanesi il fatto che le sale Lan ed eSport non siano sottoposte agli stessi rigidi controlli determina una concorrenza sleale. Per questo lo scorso 21 aprile ha presentato un interpello a nome della Led srl presso l’Adm. Il 26 aprile l’agenzia ha quindi dato un ultimatum alle sale, che si sarebbero dovute adeguare alla normativa per il gioco d’azzardo entro quattro giorni. Essendo impossibilitate a farlo in un periodo così breve, l’interpello della Led srl è sfociato nei sequestri di alcune sale.

“C’è un grosso equivoco”

Secondo l’avvocato Stefano Sbordoni, che si occupa delle consulenze del Comitato eSport all’interno del Coni, “c’è un grosso equivoco di fondo dovuta all’ignoranza del settore. Qui si confonde un’attività sportiva con un’attività di gioco con vincita in denaro, mentre quando ci si avvicina a qualcosa di tecnologico bisognerebbe studiare con attenzione”.

Secondo Sbordoni attività simili non hanno nulla a che fare con il gioco d’azzardo e dunque non devono essere sottoposte alla stessa normativa. “In generale, poi, la normativa sugli eventi eSport è assai carente”.

Nel frattempo Adm ha fatto sapere in una nota che l’obiettivo dei controlli era la verifica “dell’osservanza delle imposizioni tributarie in materia di gioco e con riguardo alla corretta applicazione della normativa volta alla tutela e alla salute dei minori” e che sono state ispezionate quattro sale (non tutte quelle in Italia, come emerso nei primi momenti) di cui solo una è apparsa essere a norma.

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