La lotta contro il coronavirus passa inevitabilmente dalla ricerca di un farmaco che garantisca le cure giuste per il Covid-19. Per questo è necessario che la ricerca cerchi di capire quale molecola possa bloccare o perlomeno rallentare l’evolversi della malattia. Un buon viatico per raggiungere questo obiettivo è studiare la proteina 3CLpro, fondamentale per lo sviluppo e la propagazione del coronavirus e capire come rallentarla e bloccarla sul nascere. Tra questi, esistono almeno due ricerche italiane, molto promettenti, che hanno scoperto l’esistenza di due molecole che possono essere inibitori della proliferazione del virus.

Si tratta della molecola 27OHC, o 27-idrossicolesterolo, presente nel corpo umano come prodotto fisiologico del metabolismo ossidativo del colesterolo e della quercetina, una molecola naturale presente in alcuni ortaggi, che potrebbe riuscire ad agire contro il coronavirus. La prima è stata scoperta dall’Università di Torino, la seconda dall’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche di Cosenza, insieme a ricercatori delle Università di Saragozza e Madrid. «Le simulazioni hanno dimostrato che la quercetina si lega esattamente al “sito attivo” della proteina 3CLpro, impedendole di svolgere correttamente la sua funzione. Questa molecola ha una serie di proprietà originali e interessanti dal punto di vista farmacologico: è presente in abbondanza in vegetali comuni come capperi, cipolla rossa e radicchio ed è nota per le sue proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antiallergiche. È ottimamente tollerata dall’uomo» dichiara Bruno Rizzuti, capo del team di ricerca che sta lavorando con la quercetina.

Al momento le ricerche sono ancora in vitro e si trovano ad uno stadio ancora primordiale per poter cantare vittoria. Per cui serve tempo e pazienza per trovare la strada giusta – come dimostrano i dibattiti sul Remdesivir e sull’Idrossiclorichina, farmaci ancora in fase di studio contro il Covid-19 e sbandierati troppo presto come potenziali risolutori del problema.

Le prime dosi di vaccino per la malattia da coronavirus dovrebbero arrivare entro la fine del 2020. Ad affermarlo è il ministro della Salute, Roberto Speranza, all’interno dell’informativa in Parlamento sulle azioni del governo per contrastare il Covid-19. Grazie all’alleanza stretta con Francia, Germania e Olanda, il nostro paese sarà in prima fila al momento della distribuzione delle dosi del vaccino prodotto dalla multinazionale Astrazeneca. Tutto il mondo scientifico sta costruendo una vera e propria battaglia contro questo virus che ha sconvolto le nostre vite: sono 176 i vaccini in via di sperimentazione, di cui 33 che hanno già superato i primi step di sviluppo per arrivare ai trials clinici, più altre migliaia di studi che stanno cercando di trovare nuovi modi per evitare il propagarsi della malattia.

Con una pandemia in corso e più di sette miliardi di persone da vaccinare, è inevitabile che il vaccino non possa essere l’unica arma a nostra disposizione contro il Covid: un po’ perché le dosi saranno scarse e dovremo decidere quale gruppo di persone scegliere come destinatari delle prime scorte, un po’ perché non sappiamo con esattezza quanto possa mutare il virus, rendendo il vaccino meno efficace. 



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