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Dicono i notai: noi eravamo già pronti. E spiegano che l’emergenza coronavirus non ha stravolto la loro attività ma ha permesso di aggiungere alcuni tasselli a un fare tecnologico già avanzato.
«Più di 20 anni fa abbiamo costituito la società Notartel, per realizzare e gestire i servizi informatici. L’esperienza vissuta durante i giorni del lockdown, ma anche in seguito, ha messo in risalto la lungimiranza di certe scelte», osserva il vicepresidente del Notariato, Giampaolo Marcoz. «Basti pensare alle trascrizioni nei pubblici registri e alle trasmissioni telematiche delle copie autentiche: grazie all’equipaggiamento tecnologico e a un’organizzazione “da remoto” già rodata, nei mesi scorsi l’attività notarile non si è mai arrestata, anche quando gli uffici pubblici erano chiusi causa Covid-19».
Dagli atti alle statistiche
Se c’è un passaggio in cui, rispetto al solito, le conseguenze del confinamento anti-contagio si sono rese più visibili è quello della fase pre-atto, della raccolta documentale. Anch’essa diventata telematica. C’è stato un impulso all’invio online di quelle carte che prima viaggiavano fisicamente e ora – questa sì una buona abitudine stimolata dal virus – lo fanno in modalità elettronica: certificati di destinazione urbanistica trasmessi via Pec dai Comuni, scambi di procure a distanza tra notai, eccetera.
Quanto al rapporto degli archivi notarili con il pubblico, durante questa emergenza il quadro normativo – tra decreti nazionali, ordinanze regionali e indicazioni dell’Ufficio centrale degli archivi notarili – ha imposto funzioni telematiche che «insieme al ministero della Giustizia stiamo ragionando se e come portare avanti», spiega ancora Marcoz.
Nel frattempo, i servizi di Notartel hanno consentito di proseguire anche la raccolta e la trasmissione dei dati statistici. E di presentare a maggio, ad esempio, l’andamento del mercato immobiliare e dei mutui in dieci grandi città durante la fase 1 dell’emergenza Covid. «Così come non sono state mai sospese – aggiunge Marcoz – le segnalazioni online delle operazioni sospette, ai fini antiriciclaggio».