Si tratta di un migrante entrato in Germania lo scorso febbraio. Unità speciali della polizia hanno fatto irruzione nel campo profughi di Tempelhof. Confermata la nazionalità polacca dell’uomo trovato morto nella cabina del mezzo.

Ormai si fa sempre più forte l’ipotesi che si sia trattato di un attentato terroristico l’attacco di ieri sera a Berlino in cui un camion è piombato a tutta velocità sulla folla che visitava i mercatini di Natale, uccidendo 12 persone e ferendone 48. Un’azione che ricorda da vicino l’attentato della scorsa estate a Nizza. Anche la polizia tedesca, in un tweet all’alba, ha ammesso che è “probabilmente un attentato terroristico“.

L’uomo, che è stato arrestato poco dopo che il mezzo si era lanciato sui passanti nel cuore della città, è un migrante pakistano di 23 anni che sarebbe entrato in Germania, seguendo la rotta balcanica, lo scorso febbraio come richiedente asilo. Lo hanno riferito fonti dell’intelligence all’agenzia tedesca Dpa, aggiungendo che l’uomo, fermato a circa due chilometri dal luogo della tragedia, era conosciuto alla polizia per reati minori, ma non per una radicalizzazione estremista.

Secondo quanto riferisce la Zdf, il presunto attentatore avrebbe “abbandonato il tir dopo l’azione fuggendo in direzione est“. È stato però individuato e inseguito da alcuni testimoni che hanno avvertito la polizia. L’uomo ha attraversato il Tiergarten, grande parco al centro di Berlino, ed è stato poi bloccato dalla polizia all’altezza della Colonna della vittoria.

Blitz polizia in campo profughi. A conferma che le indagini si concentrano in questa direzione il fatto che intorno alle 04, secondo quanto riferisce Die Welt, unità speciali della polizia hanno fatto irruzione in un hangar dell’ex aeroporto di Tempelhof, nella capitale tedesca, dove da un anno è stato allestito un grande campo che accoglie i profughi. Gli agenti, circa 200, stanno registrando tutte le strutture e per il momento non è stato effettuato alcun arresto.

A indagare sull’attacco è l’Ufficio federale per le Indagini criminali tedesco (Bka). Secondo quando reso noto, la Procura federale ha aperto un’inchiesta incaricando la stessa Bka delle indagini, finora in mano alla polizia di Berlino. Il ministro tedesco dell’Interno, Thomas de Maizière, ha imposto le bandiere a mezz’asta in tutto il Paese in ricordo delle vittime.

Controlli più rigidi. Il clima si fa sempre più teso e sale l’allerta: “Dobbiamo essere in grado di esaminare” ogni singolo profugo che entra in Germania, ha detto in un’intervista il capogruppo del Partito popolare (Ppe) al Parlamento europeo, il tedesco Manfred Weber, che ha comunque esortato a non generalizzare.

Polacco il secondo uomo sul Tir. Intanto è confermato che la persona morta trovata nella cabina del mezzo era polacca. In serata, il proprietario del camion registrato in Polonia aveva informato di non avere più contatti con il suo autista dal pomeriggio di lunedì. Neppure la moglie era riuscito a contattarlo. “Non so cosa gli sia successo. È mio cugino, lo conosco fin dall’infanzia. garantisco per lui”, aveva raccontato.

La polizia ha confermato che l’uomo trovato morto non è lo stesso che ha lanciato il camion contro il mercatino. Gli inquirenti stano cercando di capire se il camion,  secondo alcune fonti partito dall’Italia, secondo altre da un sito in costruzione in Polonia, sia stato trafugato per poi compiere la strage.

Da satellite tracce di numerosi tentativi di far muovere il Tir. Non una, ma diverse volte nel pomertiggio di ieri il Tir sarebbe stato acceso e spento, senza muoversi. A rivelarlo sono le registrazioni satellitari: per quasi 4 ore qualcuno a bordo del Tir ha acceso e spento più volte il veicolo come se stesse cercando di capire come farlo muovere.

Un sito di notizie economiche polacco, Money.pl., ha reso noto che l’azienda proprietaria del camion  ha cercato di raccogliere alcune informazioni sui movimenti del mezzo. “Era come se qualcuno lo accendesse e spegnesse cercando di farlo andare“, ha raccontato un dipendente. Un primo tentativo c’è stato alle 15:44. Nell’ora successiva più nulla. Un ulteriore tentativo, alle 16:52 e a quel punto il motore è rimasto acceso fino alle 17:37, ma il veicolo non si è mosso. Probabilmente ci sono stati anche altri tentativi, poi il tir alle 19:34 ha cominciato a muoversi in direzione Berlino.

Secondo il gestore della società, Lukasz Wasik, accendere il motore non era il tentativo di riscaldare la cabina di guida, perché gli autisti hanno altri sistemi per farlo: “È come se qualcuno cercasse di imparare a guidare il veicolo e avesse difficoltà a farlo muovere“.

Il cordoglio. “Dolore per la strage di Natale a Berlino e vicinanza ad Angela Merkel e a tutto il popolo tedesco” è stato espresso in un tweet dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. “Profondamente colpito e addolorato dalla notizia dello spregevole attacco” si è detto il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. “Le nostre lacrime e il nostro cuore con i fratelli tedeschi e con Berlino”, ha scritto su Twitter il segretario del Pd, Matteo Renzi, esprimendo il proprio cordoglio l’attacco.