È iniziata in Antartide la seconda campagna di perforazione del progetto di ricerca internazionale, Beyond Epica, coordinato dall’Istituto di scienze Polari del Consiglio nazionale delle ricerche. Analizzando il materiale estratto, il progetto mira a ottenere informazioni risalenti a più di un milione di anni fa, riguardanti l’evoluzione della temperatura, la composizione dell’atmosfera e il ciclo del carbonio.

Con l’avvicinarsi dell’estate australe, riprende l’attività del campo remoto Little Dome C. L’Enea, ente pubblico di ricerca italiano, riferisce che un team internazionale di 15 persone avrà il compito di iniziare la fase di perforazione profonda del progetto europeo “Beyond Epica Oldest Ice“. Il team lavorerà per due mesi a oltre 3200 metri di quota sul plateau antartico, uno dei luoghi più estremi del pianeta con temperature medie estive inferiori ai 35 gradi centigradi.

In cosa consiste il progetto

“Nei prossimi anni, grazie all’analisi del ghiaccio più antico del mondo, prelevato fino ad una profondità di 2,7 chilometri, il progetto ricostruirà la storia climatica della terra tornando indietro nel tempo fino a un milione e mezzo di anni, alla scoperta delle temperature e della concentrazione dei gas serra del passato: un lavoro fondamentale per gli studi di paleoclimatologia,” afferma l’Enea.

La storia climatica e ambientale del nostro pianeta è infatti conservata nel ghiaccio e può fornire informazioni fino a centinaia di migliaia di anni addietro sull’evoluzione della temperatura e sulla composizione dell’atmosfera. I ricercatori saranno in grado quindi di stabilire le concentrazioni dei differenti gas serra, come metano e anidride carbonica, nell’atmosfera del passato, mettendole in relazione all’evoluzione delle temperature.

Da dove si riparte

“Nella precedente campagna, nonostante condizioni proibitive con raffiche di vento e una temperatura quasi sempre sotto i -40°C, abbiamo allestito un campo in grado di ospitare per mesi fino a 15 persone e un complesso sistema di perforazione”, afferma Carlo Barbante, presente in campo nel corso della campagna 2021-22. “Ripartiamo dai 130 metri di profondità raggiunti un anno fa per avviare la vera e propria perforazione profonda, con l’obiettivo di scendere di alcune centinaia di metri entro fine gennaio 2023”, aggiunge il direttore.

Finanziato dalla Commissione europea con 11 milioni di euro, il progetto punta a completare il carotaggio nei prossimi anni ed è coordinato da Carlo Barbante, direttore dell’Istituto di scienze polari (Isp) del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) e docente all’università Ca’ Foscari di Venezia. La campagna di quest’anno si chiuderà a fine gennaio 2023.

Fonte Adnkronos

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