Un 38enne è morto dopo che il sistema di drenaggio di un oleificio è esploso. La tragedia è avvenuta vicino ad Andria. L’operaio sarebbe stato colpito da un tubo e i soccorritori arrivati sul posto non hanno potuto che constatarne il decesso. L’azienda è stata posta sotto sequestro.

Un uomo di 38 anni è deceduto mentre era a lavoro all’interno dell’oleificio Agrolio Srl, sito al km 55+120 della Sp231 nel territorio di Andria. Da una prima ricostruzione pare che sia esploso un tubo di un sistema di drenaggio che separa l’acqua dall’olio, a causa, probabilmente, di una irregolare pressione. Questo potrebbe aver colpito l’uomo. Il macchinario sarebbe parzialmente andato a fuoco, tanto che sono stati allertati i vigili del fuoco, intervenuti sul posto, assieme ai carabinieri. Chiamati i soccorsi, gli operatori sanitari del 118 non hanno potuto che constatare il decesso del 38enne, che avrebbe riportato un importante trauma cranico. A lavoro, all’interno della struttura, sottoposta a sequestro, gli agenti della polizia di Stato della questura di Andria e il personale Spesal della Asl Bt. Spetterà a loro ricostruire la dinamica della vicenda. L’uomo risultava regolarmente assunto in azienda.

La reazione del sindacato

“L’ennesima tragedia sul lavoro miete una giovane vittima. Purtroppo gli infortuni nei luoghi di lavoro, in Puglia come nel resto del Paese, stanno assumendo i contorni di una vera e propria strage, ma le risposte della politica per fermare un fenomeno inaccettabile sono poche e poco efficaci, ci chiediamo come avrebbero reagito le istituzioni se tutte quelle vite fossero state spezzate dalla violenza della mafia: sicuramente in modo più deciso di quello utilizzato contro gli infortuni sul lavoro”. Lo dichiara il segretario generale della UIL Puglia Gianni Ricci. “I controlli sono ancora insufficienti, le assunzioni degli ispettori non bastano: occorrono più risorse che purtroppo anche in questa manovra sono assenti e norme più severe per perseguire davvero l’obiettivo zero morti sul lavoro, bisogna creare una cultura della sicurezza a partire dalle scuole e soprattutto è indispensabile istituire una procura speciale per le morti sul lavoro, perché se è vero che a volte si tratta di tragiche fatalità, è altrettanto vero che spesso sono veri e propri omicidi dovuti alla ricerca del profitto ad ogni costo, anche a quello della sicurezza dei lavoratori”.

L’ARTICOLO CONTINUA DOPO LA PUBBLICITÀ

Source link