Stefano Tacconi, 65 anni il prossimo 13 maggio, era con il figlio Andrea quando, sabato scorso, si è sentito male ed è stato trasportato in ospedale. L’ex portiere della Juventus e della Nazionale è stata colpito da un’emorragia cerebrale da rottura di un aneurisma.
Il figlio: “C’è stato un leggero miglioramento ma sono cose lunghe”
In un’intervista a corriere.it, Andrea fornisce un aggiornamento sulle condizioni di salute del padre: “È in coma farmacologico. Dopo l’emorragia cerebrale ha subito un intervento che è andato bene. Ora bisogna aspettare, vedere come reagisce il fisico. Il medico ha detto che c’è stato un leggero miglioramento, ma sono cose lunghe. La cosa che mi dà speranza è che lo vedo colorito, e poi lui fisicamente è una roccia”.
“Non ha mai avuto niente, all’inizio non ci siamo allarmati”
La sera prima del malore, padre e figlio avevano partecipato ad una cena di beneficenza promossa nell’ambito della rassegna “La giornata delle figurine” destinata a raccogliere fondi a favore della Croce rossa italiana. La mattina dopo, Stefano Tacconi si è svegliato con un malessere. “Si era alzato con un po’ di mal di testa. Ha fatto colazione, ha preso un Oki – ricorda Andrea – Non ha mai avuto niente, non ci siamo allarmati. Dopo un paio d’ore è crollato all’improvviso. Per fortuna ho chiamato subito i soccorsi”.
“E’ un papà straordinario, sempre presente con me e con i miei fratelli”
Andrea ha tre fratelli: Virginia, 17 anni, Alberto, 15, e Vittoria, 13. Tutti e quattro sono nati dall’unione di Stefano Tacconi con l’ex modella Laura Speranza. “Che padre è? Straordinario. Sempre presente, con me e con i miei fratelli”, svela Andrea. Il 24enne, per un periodo, ha anche provato a seguire le orme paterne. “Ho giocato come portiere in diverse squadre, Lazio, Como, Reggiana – confessa – Poi a 20 anni ho smesso. Papà era contento, ma mi ha sempre ripetuto: ‘Sentiti libero di fare le tue scelte’. Anche quando ho mollato, lui mi ha sostenuto”.
“Quando si riprenderà faremo una bella festa, con il nostro vino”
Adesso Andrea lavora con il padre: “Abbiamo una cantina vinicola. Collaboriamo con chi produce Nebbiolo, Barbera o Arneis, noi lo commercializziamo con la nostra etichetta Junic. Ha iniziato mio padre quasi per gioco, poi mi ha coinvolto”. “Papà è in buone mani, all’ospedale di Alessandria sono tutti molto preparati – conclude – Sono fiducioso, e poi faremo una bella festa. Con il nostro vino”.