Gli elettori erano chiamati al voto per eleggere i rappresentanti di quasi mille comuni. In tutto, ha votato il 54,72% degli aventi diritto. Il centrodestra vince al primo turno in tre dei quattro capoluoghi al voto, mentre a Catanzaro si andrà al ballottaggio.

Lo spoglio delle schede è iniziato nel primo pomeriggio. Il centrodestra ha conquistato già al primo turno Genova, L’Aquila e Palermo, cioè tre dei quattro capoluoghi di regione andati al voto. Nell’altro, Catanzaro, andranno al ballottaggio Valerio Donato, ex Pd ora sostenuto da liste civiche vicine a Lega e Forza, e Nicola Fiorita, appoggiato da Pd e M5s.

Il caso di Palermo

A Palermo ha vinto Roberto Lagalla, ex rettore universitario sostenuto dal centrodestra. “Ringrazio gli elettori che – sembra ormai tendenza definita – hanno deciso di sostenere le liste di centrodestra, assegnandomi il ruolo di sindaco per il prossimo quinquennio”, ha detto, tra i primi a rivendicare la vittoria. “Certo, vi è da segnalare una forte e critica astensione. Inizierò subito a lavorare per questa città, afflitta da tanti problemi, a partire dal bilancio“.

Il risultato è arrivato dopo che, nei giorni scorsi, c’erano stati due arresti. Si tratta dei candidati Pietro Polizzi Francesco Lombardo, accusati rispettivamente di aver fatto patti elettorali con la mafia e di scambio elettorale politico-mafioso.

È stata intanto aperta un’inchiesta sulle improvvise rinunce agli incarichi dei presidenti di seggio e di altre persone coinvolte nello spoglio. La loro assenza – che sarebbe stata comunicata solo a poche ore dal voto – ha causato ritardi e disservizi.

A Genova e l’Aquila riconfermati i sindaci uscenti

A Genova è stato rieletto il candidato sindaco uscente Marco Bucci. Ha ottenuto poco più della metà dei voti mentre il principale sfidante, il progressista Dello Strologo, si è fermato intorno al 37% delle preferenze.

“Sono contento che si possa andare avanti altri cinque anni a costruire la città internazionale che vogliamo. Tutti lavoreremo assieme e ci tireremo su le maniche per andare avanti”, ha detto Bucci, rivendicando la vittoria. “Il progetto per la città è estremamente valido, continueremo a lavorare per questo progetto perché è quello giusto per questa città. Il nuovo trasporto pubblico, la nuova diga e il terzo valico saranno un’iniezione di posti di lavoro e di fiducia nel futuro”.

Risultati simili a quelli del capoluogo ligure sono stati registrati anche a L’Aquila, dove è stato riconfermato il sindaco uscente Pierluigi Biondi. “Dedico la vittoria alla famiglia: sarò il sindaco di tutti, la campagna elettorale finisce qui”, ha dichiarato il primo cittadino. “Dai dati che arriva al comitato i numeri sembrano essere confortanti, segno che gli aquilani hanno deciso di continuare a garantirci quell’apertura di credito che ci avevano fatto 5 anni fa. Siamo contenti e onorati e siamo anche molto responsabilizzati per tutto ciò che dovremo fare perché L’Aquila è una città complessa, una comunità che ha tante esigenze, é giustamente esigente, e noi dobbiamo essere all’altezza di questo compito che gli aquilani ci stanno per riconsegnare”.

Il risultato di Catanzaro

Nel capoluogo calabrese, i candidati-sindaco erano sei. Quello che ha ottenuto più voti è Valerio Donato, avvocato e docente universitario, sostenuto da Forza Italia e Lega. Andrà al ballottaggio con Nicola Fiorita, 52 anni, docente all’Università della Calabria appoggiato Pd e Movimento 5 stelle.

“Andiamo verso la vittoria forti del 45% di preferenze rispetto al centrosinistra, che viaggia con circa 15 punti di distacco”, ha detto Donato.

“Sappiamo che siamo al ballottaggio e che ci arriviamo con una forza significativa e in grande crescita nel consenso, e su questo costruiamo i prossimi 15 giorni poi valuteremo i dati delle liste”, ha detto lo sfidante, Fiorita. “Noi faremo quello che abbiamo fatto in questi anni: ci rivolgeremo ai cittadini che vogliono chiudere una pagina che ritengono fortemente negativa per questa città: proporremo questa idea che cambiare è possibile“.

Verona, Taranto e gli altri grandi centri

A Verona il favorito è il candidato di centrosinistra Damiano Tommasi, noto a livello nazionale per aver giocato in serie A nella As Roma: dovrà vedersela al ballottaggio col sindaco uscente Federico Sboarina, sostenuto da FdI e Lega, o con Flavio Tosi (Forza Italia).

Centrosinistra avanti anche a Padova e Taranto. Nella prima dovrebbe essere eletto Sergio Giordani mentre nella seconda sarà riconfermato Rinaldo Melucci. Prevale poi a Lodi, dove il primo cittadino sarà un giovanissimo. “C’è un nuovo sindaco di centrosinistra a Lodi strappato alla Lega. In bocca al lupo ad Andrea Furegato, sarà all’altezza delle aspettative dei cittadini. Un giovane di 25 anni, è veramente un gran bel segnale”, ha commentato il segretario Pd Enrico Letta.

Gli altri Comuni

Per consultare l’andamento degli scrutini nel resto dei quasi mille Comuni coinvolti nella tornata elettorale, il ministero dell’Interno ha messo a disposizione un portale dedicato e aggiornato in tempo reale, consultabile al seguente link.

Il commento dei partiti

Dai risultati, emerge il rafforzamento di Fratelli d’Italia. “Non nascondo la soddisfazione di FdI. Si deve partire col dire che il centrodestra si afferma in queste elezioni. Mi pare che arrivi una indicazione chiara dagli elettori di centrodestra, che vogliono una coalizione unita ma che sia chiaramente alternativa alla sinistra”, ha detto la leader Giorgia Meloni. “Questo voto ci interroga, lo dico agli alleati, se bisogna sostenere Draghi e questo Parlamento“.

Sull’importanza di presentarsi uniti alle elezioni è intervenuto anche Salvini: “Il centrodestra unito vince. Diviso come a Verona potrebbe vincere ma se la gioca al ballottaggio”.

Il Pd si dice soddisfatto. “Il Pd è il primo partito, dal Nord al Sud, con un successo da noi auspicato sopra e sotto il Po'”, ha detto Francesco Boccia. “Supereremo abbondantemente i risultati del 2017 vincendo in tante città ai ballottaggi”.

In difficoltà, invece, il Movimento 5 stelle. “Le amministrative sono sempre tabù per il M5s, è un po’ una costante. Abbiamo avuto in passato fiammate importanti a Roma e Torino, per il resto non è stato inusuale prendere percentuali basse alle amministrative e poi balzare al 30% nelle successive elezioni politiche”, ha detto Giuseppe Conte. “Non sono qui però per nascondermi dietro la costante storica. Quindi dichiaro che i dati che emergono, aspettando i definitivi, non ci soddisfano. Non possiamo cercare giustificazioni di comodo”. 

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