Nuove dichiarazioni del ministro dell’Interno francese Darmanin sulla gestione italiana del caso della Ocean Viking, intervistato dall’emittente Tf1. Annunciato anche l’invio di 500 poliziotti francesi al confine “per controllare meglio le nostre frontiere”.

“L’Italia è stata molto disumana” e “le autorità italiane si sono dimostrate non professionali’” rispetto all’emergenza migranti, “persone non pericolose”. Continua lo scontro a distanza tra l’Italia e la Francia sul caso della Ocean Viking. Il ministro degli Interni francese Gerald Darmanin ha infatti definito l’Italia “disumana” nel corso di una intervista all’emittente Tf1 e ha annunciato l’invio di “500 poliziotti francesi al confine italiano per controllare meglio le nostre frontiere”.

La tensione tra i due Stati era nata giovedì in mattinata con le dichiarazioni del ministro dell’Interno francese. Le reazioni italiane non si sono fatte attendere. Il fronte nel nostro Paese si è diviso tra chi ha condannato le affermazioni del ministro e chi, pur riconoscendo alla Francia un atteggiamento eccessivamente belligerante, invita entrambe le parti ad abbassare i toni e a trovare una soluzione condivisa sul tema dell’accoglienza dei migranti. “La Francia si rammarica profondamente che l’Italia non abbia deciso di comportarsi da Stato europeo responsabile. La gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo è un problema europeo che riguarda tutti noi, che chiede una risposta europea”, ha detto il ministro dell’Interno Darmanin in conferenza stampa in mattinata, annunciando che la nave Ocean Viking della ong SOS Méditerranée, bloccata per giorni in mare con 234 migranti a bordo, attraccherà domani, venerdì 11 novembre, nel porto di Tolone.

L’atteggiamento del governo italiano nei confronti della nave battente bandiera norvegese è stato definito “incomprensibile” dal ministro francese, visto che nel momento delle richieste di assistenza “era, senza alcun dubbio, nell’area di ricerca e soccorso italiana”. Darmanin ha inoltre riferito che l’accordo sull’accoglienza di 3.500 migranti dall’Italia sarà sospeso, che la Francia rafforzerà i controlli alle frontiere con il nostro Paese e che, più in generale, “ci saranno conseguenze estremamente forti nelle relazioni bilaterali” fra i due Paesi, e nei rapporti dell’Italia con l’Unione europea.

Il commento del ministro dell’Interno Piantedosi

“La reazione che la Francia sta avendo di fronte alla richiesta di dare accoglienza a 234 migranti, quando l’Italia ne ha accolti 90 mila solo quest’anno, è totalmente incomprensibile di fronte ai continui richiami alla solidarietà dovuta a queste persone. Ma dimostra anche quanto la postura delle altre nazioni di fronte all’immigrazione illegale sia ferma e determinata. Quello che non capiamo è in ragione di cosa l’Italia dovrebbe accettare di buon grado qualcosa che gli altri non sono disposti ad accettare”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a seguito delle dichiarazioni dell’omologo francese.In Italia quest’anno sono sbarcate quasi 90.000 persone”, ha aggiunto il ministro. “Tredici paesi europei si sono impegnati a ricollocare complessivamente circa 8.000 persone, meno di un decimo. Finora ne sono state ricollocate in tutto 117 (lo 0,13% degli arrivati), di cui in Francia 38 (lo 0,04%). A fronte di questi ricollocamenti assolutamente insufficienti, si vuole imporre il principio che l’Italia sia l’unico approdo d’Europa possibile per gli immigrati illegali, determinando così un flusso di ingressi in notevole crescita in questi ultimi tre anni anni. La solidarietà europea viene sbandierata ma l’Italia ha affrontato finora questo problema da sola e il nostro sistema di accoglienza è in gravissima difficoltà”.

“È evidente quindi che l’Italia non potrà dare la propria adesione a soluzioni per un Patto europeo non adeguatamente bilanciato tra misure di solidarietà e di responsabilità. I Paesi di primo ingresso non possono, infatti, da soli sopportare l’onere di una responsabilità esclusiva nella gestione dei flussi”, ha concluso il titolare del Viminale, aggiungendo che “per questo noi continuiamo a sostenere che la soluzione più seria è lavorare insieme per fermare le partenze dal nord Africa”.

Il ministro degli Esteri Tajani: “Reazione spropositata”

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando ai giornalisti ad Amsterdam a margine della visita del presidente Sergio Mattarella, ha definito la risposta francese alla gestione della Ocean Viking da parte delle autorità italiane “una reazione sproporzionata”.Il titolare della Farnesina ha quindi aggiunto che “ci sono persone che vogliono venire in Italia. Noi siamo pronti a curarle ma non tutti possono venire in Italia. Sulla redistribuzione non è stato fatto molto per cui bisogna trovare soluzioni con determinazione. Le polemiche non servono a molto, ma una soluzione va trovata in Africa”.

La reazione del ministro all’Agricoltura Lollobrigida

Sull’affondo della Francia sui migranti “stiamo andando a capire” con chi “se ne sta occupando, innanzitutto la presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri e quello dell’Interno. Ci sarà un incontro in cui la presidente ci informerà nel dettaglio. Credo però che dati e statistiche parlino chiaro: dicono che l’Italia ha accolto tanto, la Francia molto poco e oggi c’è una problematica che emerge”, ha detto invece il ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida, entrando a Palazzo Chigi.

“Non ci sembra che la Francia, come sembrava nelle prime ore, fosse così disponibile ad accettare che le rotte, di solito in essere verso la nostra nazione, proseguano verso i loro porti. Ora vediamo se in queste ore è cambiato qualcosa”. A chi gli fa notare che la Francia ha più rifugiati e richiedenti asilo, “il problema non è dei rifugiati, perché quelli siamo pronti ad accoglierlo, il problema sono i clandestini che gravano su questa vicenda”, ha replicato Lollobrigida. “I dati statistici dicono che i rifugiati sono solo il 10% di quelli che arrivano, seppure distribuissimo il 10% avremmo risolto solo un problema di necessaria accoglienza. Gli immigrati, invece, se li carica lo stato di prima accoglienza, cioè l’Italia”.Il punto di vista delle opposizioni

Dalle opposizioni arrivano parole dure sull’operato del governo e sulla polemica di queste ore. “Le prove muscolari sui migranti non solo non pagano ma provocano isolamento internazionale e crollo della credibilità. Litigare con i partner, come la Francia, è il modo più sbagliato, specie quando serviranno alleati per la riforma del Patto di stabilità. Così non ne troveremo”, ha scritto su Twitter Piero Fassino, vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati.La vicenda dello sbarco della Ocean Viking in acque francesi e la conseguente decisione assunta dall’Eliseo nei confronti dell’Italia contribuiscono in queste ore a uno spettacolo che certamente non rende onore alla Storia di due Paesi membri fondatori della comunità europea. Da un lato il governo Meloni, non pago della figuraccia rimediata un paio di giorni fa a Catania, continua a pensare che la soluzione sul tema immigrazione risieda esclusivamente nell’allontanare dalle coste italiane le navi delle Ong, concentrandosi dunque sugli effetti della spinta migratoria, senza avere coraggio di affrontarne le cause. Dall’altro il governo francese si esibisce in una prova muscolare del tutto fuori luogo e anche, va detto, inopportuna, tesa a tirare un colpo basso all’Italia attraverso la sospensione dell’accordo raggiunto sulla redistribuzione di 3500 rifugiati a beneficio del nostro Paese”. Con queste parole il leader del M5S Giuseppe Conte ha commentato la tensione generatasi tra Italia e Francia sui migranti.

“Qual è, al momento, il risultato di questa contesa? Nessuno, nei fatti”, prosegue l’ex premier. “Venti di crisi diplomatica, migranti trattati come numeri di un inventario di disperazione umana. Diciamoci però una cosa: era un epilogo facile da prevedere. Questo è quello che accade quando a prevalere sono gli sterili egoismi nazionalisti, quando la solidarietà europea viene messa al bando da chi è convinto che urlando la propria fermezza si riesca a coprire il grido di disperazione che si leva da navi e imbarcazioni di fortuna. C’è un solo modo per tutelare veramente l’interesse nazionale: dare una dimensione europea al nodo delle politiche migratorie, lavorare a una gestione europea dell’accoglienza e del meccanismo di ripartizione dei migranti. Dare, soprattutto, una soluzione europea a un tema che evidenzia ogni giorno di più l’inadeguatezza non solo del Trattato di Dublino e del criterio del primo approdo ma anche di approcci nazionalistici gonfi di vuota retorica”.

Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa

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