Il gip Cristian Mariani ha convalidato il fermo eseguito dai carabinieri del nucleo radiomobile e della compagnia Duomo e disposto la custodia cautelare in carcere per il ragazzo.


“Ho ricevuto un messaggio dall’angelo Lindsey Sterling, l’angelo mi ha detto che per uscire di casa avrei dovuto ferire mortalmente mio padre”. Lo ha detto Giovanni A., il 30enne accusato del tentato omicidio del padre di 76 anni e del ferito della sorella maggiore di 40 anni commesso sul pianerottolo di casa la notte del 3 novembre in via Lippi a Milano, nell’udienza di convalida nel carcere di San Vittore.

Il gip Cristian Mariani ha convalidato il fermo eseguito dai carabinieri del nucleo radiomobile e della compagnia Duomo e disposto la custodia cautelare in carcere per il ragazzo. Il giovane sarebbe affetto da disturbi psichiatrici su cui dovranno essere svolti accertamenti anche per valutare una sua eventuale imputabilità.

Come ricostruito dalle indagini, coordinate dal pm di turno Nicola Rossato, Giovanni A. dopo aver aggredito padre e sorella sarebbe scappato di casa ancora con ancora il coltello da cucina. Nel suo vagare per la città avrebbe anche aggredito a mani nude anche una passante.