Il 16 agosto 1896 tre cercatori, due nativi e un californiano, scoprono notevoli quantità di oro in due fiumi canadesi, lo Yukon e il Klondike. La notizia si diffonde rapidamente nelle zone vicine, ma non raggiunge gli Stati Uniti fino al luglio del 1897, quando i primi cercatori d’oro tornano a San Francisco e a Seattle dopo aver fatto fortuna. Inizia così la corsa all’oro del Klondike (o dello Yukon), un periodo di folle desiderio di guadagno “facile” che ha spinto 100.000 persone a tentare la fortuna nel Grande Nord. Alla fine del XIX secolo il Klondike venne alleggerito di quasi 400.000 chili di oro: tra i cercatori, per la maggior parte ex liberi professionisti e impiegati, c’erano anche personalità, come l’ex sindaco di Seattle, contagiato dalla febbre dell’oro.

Razzismo. A causa del forte razzismo dell’epoca nei confronti dei nativi, i giornali dell’epoca attribuirono la scoperta al californiano George Washington Carmack, unico bianco di quel primo gruppo di cercatori; oggi però gli storici sono concordi nell’attribuirla a Skookum Jim Mason, della Nazione Tagish dei territori dello Yukon.

 

Sovraffollamento e criminalità. Dawson City, la città simbolo della corsa all’oro situata sulle rive del fiume Yukon, era un tranquillo borgo prima dell’arrivo di migliaia di aspiranti cercatori: nel 1898 contava ben 40.000 abitanti e numerosi saloon dove succedeva di tutto; l’arrivo di tante persone favorì anche la criminalità, che il governo cercò di arginare inviando i Mounties, la polizia a cavallo canadese. Nel 1899, con l’esaurirsi dei giacimenti, la popolazione di Dawson City scese a 8.000 abitanti. Nel 2016, ne contava appena 1.375.

Cercatori famosi. Tra i cercatori più famosi ricordiamo Jack London, che sulla scorta di quelle esperienze nello Yukon scrisse Il richiamo della foresta (1904) e Zanna bianca (1906). Quell’avventura di London iniziò nel luglio del 1897, insieme al cognato, ma non fu molto fruttuosa: malnutrito come molti cercatori, si ammalò di scorbuto, ma sopravvisse. Nel 1898 rientrò in patria con un misero sacchetto d’oro, dal quale guadagnò pochi dollari.

Sembra facile! Nonostante le migliaia di persone accorse fossero attratte dal sogno di facili guadagni, cercare oro non aveva nulla di semplice: la legge obbligava i cercatori a portare con sé provviste di cibo per un anno, e per trasportarle erano necessari 20 o 30 viaggi; lungo il Chilkoot Trail, una delle principali vie d’accesso ai campi d’oro dello Yukon, molti cercatori morivano di ipotermia, venivano travolti dalle valanghe e, se sopravvivevano, dovevano percorrere ripide salite con grandi pesi sulle spalle.

 

Alla fine dei tre anni di ricerca febbrile dell’oro, solo poche centinaia di persone si arricchirono davvero: molte tornarono a casa con le tasche vuote, ma la mente piena di avventure da raccontare.

 



Source link